Terremoto ora oggi adesso ieri e domani: la terra trema ancora
Storie e Notizie N. 1399
Centinaia di persone in centro Italia si sono svegliate stamani in rifugi di fortuna, in stato di shock e di esaurimento, dopo che le proprie città sono state colpite da due terremoti.
Le storie si susseguono e hanno tutte molto in comune, come un tragico spettacolo che sadicamente si ostina a ripetersi.
Un racconto che, malgrado veniali differenze, ha sempre lo stesso incipit…
La terra trema.
La prima è un classico e vale per tutte le altre.
Ovunque tu sia, per quanto coraggio tu possa serbare nel petto, la paura si avvicina e inizia a corteggiarti.
Sa che il momento è propizio.
E quale sarebbe migliore?
Il pavimento che danza, i mobili che si uniscono al drammatico rito, prigionieri di una coreografia a dir poco magnetica, ignorabile solo da chi minimizzi la vita che resta, tra irriducibili folli e inguaribili avventati.
Poi c’è lui, la stella della compagnia.
Il lampadario inizia l’assolo e il pubblico vittima non può evitare di fissarlo con lo sguardo lacerato dal terrore, con un solo e unico desiderio a esplodere nel petto.
Smetti, ti prego, smetti subito di tormentarmi.
Fermati, per favore.
Fa che tutto torni come prima.
In seguito, come spesso accade, la supplica viene ascoltata ma poi rimossa.
Come molto altro, in effetti.
E la terra trema di nuovo.
Sotto quel che è sopravvissuto e ciò che ne ha preso il posto.
La storia scritta sopra, come un frettoloso copia e incolla, alquanto approssimativo.
Poiché, laddove la danza ricominci, ecco che tutto torna.
A frantumare vite e silenzi.
A impadronirsi di ogni legge fisica e naturale, disegnando nuovamente il flagello già visto sulla tela già strappata.
E allora ricordi solo una cosa, come ha funzionato, ovvero nel modo che hai creduto.
Ti prego, non farlo più, sussurri.
Giuro che dopo sarò una persona migliore, aggiungi, con la disperata speranza che aumentare il peso delle tue virtuose possibilità sconfigga lo spietato nemico sull’altro piatto della bilancia.
E’ così che, alla stregua dei capitoli tutti uguali, anche gli ingannevoli spazi bianchi si avvicendano.
Quelli in cui il passato ruvido si ammorbidisce di polvere e noncuranza.
Quando ti illudi che la tua casa.
Non stia ballando più.
Ed è proprio lì, invece, che la crudele messa in scena ha inizio.
Quando la terra trema e tu non te ne accorgi.
Quando hai voltato il capo e la mano padrona, arida e disonesta, con volgari trucchi e menzogne travestite da futuro felice per tutti, decide il tuo destino.
E il giorno arriva in cui quest’ultimo non dipende più dal tremore della terra stessa.
Bensì dall’unica vera possibilità che avevi di sopravvivere.
Perché se la terra ha tremato, trema e tremerà ancora.
L’unica cosa che conti davvero.
E’ smetterla di dimenticare...
Sullo stesso argomento: Dopo il terremoto
Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.
Leggi anche il racconto della settimana: Prigioniera delle strisce pedonali
Leggi altre storie vere
Ascolta la mia canzone La libertà
Compra il mio ultimo libro, Elisa e il meraviglioso mondo degli oggetti, Tempesta Editore
Centinaia di persone in centro Italia si sono svegliate stamani in rifugi di fortuna, in stato di shock e di esaurimento, dopo che le proprie città sono state colpite da due terremoti.
Le storie si susseguono e hanno tutte molto in comune, come un tragico spettacolo che sadicamente si ostina a ripetersi.
Un racconto che, malgrado veniali differenze, ha sempre lo stesso incipit…
La terra trema.
Ovunque tu sia, per quanto coraggio tu possa serbare nel petto, la paura si avvicina e inizia a corteggiarti.
Sa che il momento è propizio.
E quale sarebbe migliore?
Il pavimento che danza, i mobili che si uniscono al drammatico rito, prigionieri di una coreografia a dir poco magnetica, ignorabile solo da chi minimizzi la vita che resta, tra irriducibili folli e inguaribili avventati.
Poi c’è lui, la stella della compagnia.
Il lampadario inizia l’assolo e il pubblico vittima non può evitare di fissarlo con lo sguardo lacerato dal terrore, con un solo e unico desiderio a esplodere nel petto.
Smetti, ti prego, smetti subito di tormentarmi.
Fermati, per favore.
Fa che tutto torni come prima.
In seguito, come spesso accade, la supplica viene ascoltata ma poi rimossa.
Come molto altro, in effetti.
E la terra trema di nuovo.
Sotto quel che è sopravvissuto e ciò che ne ha preso il posto.
La storia scritta sopra, come un frettoloso copia e incolla, alquanto approssimativo.
Poiché, laddove la danza ricominci, ecco che tutto torna.
A frantumare vite e silenzi.
A impadronirsi di ogni legge fisica e naturale, disegnando nuovamente il flagello già visto sulla tela già strappata.
Ti prego, non farlo più, sussurri.
Giuro che dopo sarò una persona migliore, aggiungi, con la disperata speranza che aumentare il peso delle tue virtuose possibilità sconfigga lo spietato nemico sull’altro piatto della bilancia.
E’ così che, alla stregua dei capitoli tutti uguali, anche gli ingannevoli spazi bianchi si avvicendano.
Quelli in cui il passato ruvido si ammorbidisce di polvere e noncuranza.
Quando ti illudi che la tua casa.
Non stia ballando più.
Ed è proprio lì, invece, che la crudele messa in scena ha inizio.
Quando la terra trema e tu non te ne accorgi.
Quando hai voltato il capo e la mano padrona, arida e disonesta, con volgari trucchi e menzogne travestite da futuro felice per tutti, decide il tuo destino.
E il giorno arriva in cui quest’ultimo non dipende più dal tremore della terra stessa.
Bensì dall’unica vera possibilità che avevi di sopravvivere.
Perché se la terra ha tremato, trema e tremerà ancora.
L’unica cosa che conti davvero.
E’ smetterla di dimenticare...
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