Storie di adolescenti: quante volte brucia

Storie e Notizie N. 1445

Almeno 22 ragazze sono morte in un centro governativo per adolescenti vittime di abusi, a causa di un incendio scoppiato quando le residenti hanno messo in atto una rivolta, per protestare contro il sovraffollamento, bruciando alcuni materassi.
Destino sadico, come se per alcuni il fuoco non smettesse mai di infierire…

C’era una volta la prima fiamma.
Che brucia all’inizio.
Ma continua, ancora e ancora.


Non smette mai di ardere, lo sta facendo anche adesso, e andrà avanti.
Deve, maledetta che sia, deve continuare.
A rendere visibili misfatti e aberrazioni.
La seconda volta brucia dentro e fa male proprio perché tutto il mondo ignaro sembra arrestarsi esattamente sulla superficie della pelle.
Di un pianto che si attarda ad affiorare.
E di grida e sfoghi, peraltro comprensibili, che non si palesano.
Magari potessero.
La terza volta bruciano gli occhi e la gola, scoprendo quanto la tragedia sia comune e priva di gaudio.
Siamo in tante, troppe e troppo simili, ma non uguali, perché il peso di una ferita è uno dei più grandi dei misteri della vita.
Ma mancano le parole che darebbero un senso e gli abbracci che spegnerebbero perlomeno il rumore.
Che diventa anch’esso un coro di echi disumani.
La quarta volta brucia quando ti illudi di aver trovato rifugio per ciò che resta di te, e ci credi, vuoi crederci, perché all’inizio non volevi, ma alla fine hai ceduto e gioito per esserti arresa all’idea più fragile, che il calore esiste e non morde.
Come il fuoco che brucia la quinta volta, allorché comprendi che non è l’inconsapevolezza della truce storia a far restare indifferente il mondo.
Ma è proprio quello stesso mondo, con la sua indifferenza, a scriverla e tu sei solo una comparsa sacrificabile.
E allora brucia la sesta volta, brucia tutto quel che resta, perché ti convinci di esser sempre stata anima altamente infiammabile, ovvero combustibile vivente per l’odio altrui.
La settima volta è la più paradossale perché sono le parole e le immagini a bruciare, nelle orecchie e negli occhi di chi si commuove, e come non potresti?
Di chi si addolora, e come non dovresti?
E di chi si indigna, come non vorresti?
Più che mai rammentando che c’era una volta una fiamma.
La prima che ha bruciato infanzia e futuro senza nemmeno prendersi la briga di scriverne il presente.
La mano sbagliata ad accarezzarmi.
E il respiro inopportuno ad alitare sulle mie membra indifese.
Spegni quella, se puoi.
Spegnetele tutte.
E darete un senso al fuoco che oggi.
Ancora brucia...


Vieni a vedermi a teatro nella commedia Curami 
Compra il mio ultimo libro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti 
Leggi anche il racconto della settimana: La faccio finita
Leggi altre storie di migranti
Ascolta la mia canzone La libertàGuarda un estratto del mio ultimo spettacolo E' incredibile quello che una piccola luce può fare


Visita le pagine dedicate ai libri: