Mi chiamo Troll

Storie e Notizie N. 1524

Leggo che tra i 2.752 account di recente sospesi da Twitter negli Stati Uniti, i ricercatori dell'Università di Edimburgo ne hanno identificati 419 operanti per conto dall'Agenzia russa di ricerca su internet (IRA) con lo scopo di influenzare la politica britannica.
Uno tra essi aveva l’obiettivo di suscitare sentimenti anti-islamici nelle ore successive all'attacco terroristico del ponte di Westminster a marzo, pubblicando tra le altre una foto che ritraeva una donna musulmana passeggiando accanto alle vittime ignorandole con palese indifferenza.
Tale immagine è stata poi rilanciata dai principali media inglesi, tra cui il Mail Online e il Sun, oltre alle migliaia di condivisioni sui vari social network e sui siti internazionali assetati di tali pseudo scoop.
Ora emerge che la suddetta istantanea sia falsa, essendo stata ritoccata ad arte tramite software di manipolazione digitale…


Mi chiamo Troll.
Di nome e di fatto.
Questo è il mio mestiere, questa è la missione, questo è il profitto.
Questo è ciò che avete comprato.
Son qui per voi, signore e signori, ovvero, fedeli utenti.


A raccontar rumori e colorar di sangue l’orizzonte.
A mostrare il miglior peggio che possa farvi sentir meglio.
Indi per cui, continuate così, non fate domande.
Allargate lo sguardo, fate esplodere le pupille, fatevi tutt’uno con gli occhi che non dubitano.
Perché poi si dorme, già, senza strascichi di sorta.
Ecco, buio in sala, inizia il film.
La scena è sullo schermo, ferma, immobile come una vita che non vuol far altro che marcire di ignoranza.
Beata quest’ultima, dicono, ma ancor di più chi la vende, sapete?
Pochi secondi, appena una manciata e la sigla finale è già in onda.
Visto?
Poco è il tempo, altrettanto il pensiero.
Una parola, al massimo due, iniettate in ciò che resta del cuore.
O era il fegato? Ops, che sbadato…
Ma non ho mai detto di esser laureato in medicina, no?
Del resto, non ho proprio detto alcunché.
Vuoto.
Con il cranio vuoto e la pancia già piena dall’inizio, il pubblico sedato abbandonerà la sala.
Questa è la mia mantenuta promessa.
Un’emozione, al massimo due, a infettare quel che resta del corpo.
O era l’anima?
Ah, ma io non ho mai affermato di saperli discernere, non è così?
A dirla tutta, a me non interessano affatto le differenze.
Io sono solo colui che le crea, dove non ce ne sono.
Perché io sono un Troll.
Di nome e sostanza, la medesima di cui son fatte le menzogne.
Non esisto davvero.
Eppure avete fede in me.
Mi credete ciecamente sulla parola.
Per me andate in guerra e combattete.
Vivete e morite nel mio nome.
Come una sorta di dio che avete inventato.
Per sentirvi più forti.
E nell’odio e la tristezza, meno soli…


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