Storiella della caverna

Storie e Notizie N. 1596

Da alcuni anni si racconta una storia, ovvero si vende una semplificativa immagine: nelle democrazie occidentali lo scontro politico avviene tra populismo e difensori dello status quo.
Da cui – schema altrettanto diffuso - i populisti sono la vera voce della gente e i partiti tradizionali rappresentano l’élite che vive fuori dal mondo reale.
Uno studio recente mostra invece che queste affermazioni sono sbagliate praticamente su tutti i fronti. Il Pew Research Center ha intervistato i cittadini di otto paesi dell'Europa occidentale (Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito) e quello che emerge è che i partiti tradizionali risultano più popolari dei partiti populisti, i quali non sono altro che una incredibilmente rumorosa minoranza


C’era una volta il Mito della caverna.
Già, quello giustamente mitico, esemplare e più di tutto platonico.
Nel senso del copyright, è chiaro, non improntato a un'impostazione idealistica della vita.


C’è altresì oggi, qui e ora, quanto mai immodestamente, una versione riveduta.
Togliamo pure la parola mito, così abbassiamo le aspettative ed evitiamo imbarazzanti confronti con l’originale.
Diciamo allora la storia della suddetta.
Storiella, va’.
Secondo la storiella della caverna, quindi, immaginate che, analogamente alla celeberrima allegoria, all’interno di quest’ultima ci siano delle persone sedute innanzi alla parete della grotta e di spalle all’entrata.
Figuratevi un gruppo piuttosto numeroso, che potremmo anche chiamare popolo.
Inoltre, altra differenza con la perfetta metafora dell’illustre filosofo, mettiamo caso che in luogo del fuoco e soprattutto delle conseguenti ombre i nostri traggano le proprie conclusioni avvalendosi unicamente dell’udito.
In questo modo, tutto ciò che sanno corrisponde a ciò che ascoltano provenire dall’esterno della caverna.
Ora, tralasciamo gli stoici ed eroici rivoluzionari che ispirati dal racconto più famoso, tentando più volte di mostrare ai compagni rimasti indietro la luce del sole da loro scoperta, sono stati puntualmente trucidati sulla pubblica piazza dai soliti oscuri mandanti, a minaccioso monito dei nobili rompiscatole a venire.
Immaginiamo invece che all’ingresso della grotta si presenti un tizio senza alcuna capacità e qualità degne di nota, contraddistinto da soli tre aspetti: insopprimibile sete di potere, mancanza totale di scrupoli e, più di ogni altra cosa, una voce possente.
Figuratevi il nostro prendere fiato e iniziare a urlare codeste corbellerie: “Non uscite assolutamente dalla caverna, lì siete al sicuro, qui ci sono solo malattie e animali feroci. Anzi, non fate entrare nessuno, costruite un muro e bloccate l’entrata, ma lavorando sempre di spalle, non sia mai che veniste accecati dai raggi solari che bruciano tutto sul colpo, quindi rimettetevi a sedere e restate fermi, che l’unico modo per vivere felici e a lungo è rimanere immobili a guardare sempre nella stessa direzione.”
E così via, su questa cieca strada.
Al contempo, mettiamo caso che alcuni tra coloro che si trovano al di fuori della grotta decidessero di contrastare le farneticanti urla del primo.
La sfilata dei contendenti che invano si susseguono, per quanto impegnandosi con lodevole ardore, è frustrante quanto monotona.
Un quartetto di archi esegue alla perfezione l’Aria sulla quarta corda di Bach.
E il tizio grida di più.
Una compagnia di danza mette in scena una versione de La morte del cigno talmente suggestiva da far resuscitare Michel Fokine, Camille Saint-Saëns e Anna Pavlova tutti insieme, i quali, malgrado il fallimento degli esecutori, si congratulano comunque per il tentativo.
E lui strilla ancor più forte.
Allora, gli allievi di un’intera scuola d’arte accettano la sfida e grazie a un’improvvisa flash mob si presentano ciascuno con l’orecchio tagliato di fresco e dipingono sul posto tutta la collezione del compianto Van Gogh.
E cosa fa l’avversario dall’ugola tonante e la faccia tosta?
Be’, ride di gusto, perché ditemi voi come si potrebbe apprezzare un dipinto di spalle, per giunta con un imbecille che a pochi metri sbraita come un forsennato.
Di seguito, arrivano attori impegnati verso il basso e scrittori dal cuore generoso che spinge verso l’alto.
Anime pie con il sacrosanto requisito della concretezza o solo gente concreta sufficientemente pia quando occorra.
E maggior tenerezza la suscitano quelle meravigliose chiome grigie con un baule sempre pieno di mai abbastanza scadute testimonianze.
Niente riesce a fermare l’uomo che grida e così prospera alle spalle dei più.
Credo, ma forse mi sbaglio, che sia giunta l’ora.
Di alzare il volume della nostra voce…


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