Escape Room Il Confine dei Migranti

Storie e Notizie N. 1950

Vi attraggono le sfide emozionanti?

Amate trascorrere il vostro tempo con le persone care?

Vi piace giocare?

No… non basta, non rende l’idea.

Vi interessa continuare a respirare, nutrirvi quando è possibile, coltivare almeno un briciolo di speranza che possa andar meglio, in una parola sola sopravvivere?

Ebbene, questo è l’Escape Room che fa per voi.

Cosa? Non sapete cos’è un Escape Room, o anche Gioco di fuga dal vivo? Ah, ma allora siete vecchi, siete. Oppure asociali, delle due l’una. Si tratta di un passatempo in cui i partecipanti accettano di venire rinchiusi in una stanza da cui devono cercare di evadere risolvendo degli enigmi e superando delle prove.

Nel nostro caso, per la cronaca, tutto è assai più semplice: si svolge all’aperto, non v’è alcuna scelta, non ci sono enigmi e la prova è una e una sola: uscirne vivi.

Dài, come quello Squid Game di cui parlano tutti, ma questo è vero, sai? Ci giocano in tanti, troppi, ogni anno e perdono quasi tutti, eppure altri ci riprovano lo stesso, come nella serie TV. Mi sa che i parenti delle vittime dovrebbero invocare il plagio e chiedere i soldi a quella produzione coreana.

A ogni modo, ci state? Ebbene, ecco dove si svolge il gioco de Il Confine, in inglese The Border, e quali sono le regole.

L’area prescelta è quella segnata in rosso, giustappunto al confine tra la Polonia e la Bielorussia:


C’è un bel tratto ricoperto da una folta boscaglia, ma mi raccomando di portare con voi abbigliamento pesante, scorte di cibo, la solita mascherina e i documenti. Soprattutto questi ultimi, poi fate voi come vi pare.

Si può giocare da soli:

O anche in gruppi numerosi:

L’area di gioco è delimitata dal filo spinato:

Mentre ogni lato è sorvegliato da attori travestiti da soldati polacchi:

E bielorussi:

Ma è un gioco, eh? È tutto finto, sai? Altrimenti sarebbe infinitamente crudele, no? Quale pazzo sadico, o peggio, terrebbe all’addiaccio delle persone, anche donne e bambini a decine di migliaia, per giorni e giorni puntando loro armi, derubandole, umiliandole e maltrattandole sino alla morte con violenze di ogni tipo o lasciate a spegnersi assiderate per il gelo della notte?

Inoltre, se tutto ciò non bastasse, chi lascerebbe che questo accada a cielo aperto, ripeto, mica nel segreto di una sala torture in capo al mondo, addirittura nel bel mezzo della civile Europa, leggi pure come il vecchio continente delle grandi democrazie del pianeta?

È un gioco, è solo un gioco, è solo un gioco, non è vero, è solo un gioco.

Diciamolo insieme, coraggio, continuiamo a ripetercelo.

È solo un gioco...

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Il mio ultimo libro: A morte i razzisti