Il record del mondo

Storie e Notizie N. 1959

Mille in un giorno, attraverso la Manica in barca, sino alle rive del Regno Delle Possibilità, più che Unito.

È di migranti che l’Ansa sta parlando. Ovvero traducendo la storia già narrata dalla BBC.

Si tratta di un record, scrivono, dicono e sottolineano. Mai prima, mai tanti, in sole ventiquattr’ore, avevano raggiunto questo primato. E stiamo ancora parlando di migranti. Di mille migranti.

Allora, perché non insistere sino in fondo col giochino della traduzione ? Ma stavolta decifriamo tutto, non solo le parole. Traduciamo la vita dietro/dentro queste ultime. Mille persone, quindi. Mille persone figlie del doppio. Duemila genitori più o meno vivi, insieme, legati dalla fortuna propizia o avversa. Il che, sommando, fa tremila, perché se decidi di tradurre sino in fondo i numeri contano tutti, ovvero ciascuno di essi dall’uno all’ultimo, e giammai in ordine di importanza. L’aritmetica vivente rispetta le regole di quella canonica: è equanime e corretta con tutti. Tremila esistenze, perciò, tra chi è partito e chi è rimasto. Ma se proprio vuoi esser preciso, devi iniziare a contare dal primissimo giorno di viaggio sino all’ultimo. Indi per cui devi aver considerazione anche chi si è perso lungo il tragitto. Ingoiato dai flutti e cancellato dalle carte, giammai dalla memoria di chi è sopravvissuto. Anche nel qual caso si tratti di un solo, singolo essere umano, il cui nome è inciso con inchiostro indelebile tra i ricordi di tutti quelli che ce l’hanno fatta a metter piede nella terra della Regina bianca. Uno per mille, è la retta operazione. Indi per cui, saliamo come minimo a quattromila. Ora, vuoi che non ci sia neanche una futura madre tra i prescelti dal destino a raggiungere l’isola che si è separata da se stessa? Giochiamo pure al ribasso anche in questo caso, tanto è prassi qualora si parli di costoro. Una sola vita in grembo, ma che vale per tutti loro. Il futuro dei miei, se mi lasci passare l’autoreferenziale citazione, dove i miei, allora come oggi, sono tutti quelli che si sentano tali. Be’, nel nostro caso puoi dare per scontato che, a differenza delle genti d'oltremanica, nessuno si separerà da nessuno una volta avvistata la terra sognata, più che promessa. È così che da quattromila saliamo a cinquemila. È così che il mondo va avanti, su quelle barche: un piccolo sogno per anche solo uno tra noi è il grande salto per tutti. Nessuno si senta immobile, è l’unico motto che il sale del mare non è riuscito a scalfire sul legno delle imbarcazioni che approdano una dopo l’altra.

Ecco, vedi, potrei andare avanti ancora per molto e non basterebbero tutte le pagine rimaste vacanti su internet per misurare davvero quanta vita ha attraversato il mondo per permettere ai giornali di ridurla, più che tradurla, a un semplice primato. Perché malgrado ciascun record una persona possa superare ciò che davvero conta, sia nello sport che nel fare quotidiano, è se gli altri sono in grado di riconoscergliene il merito e ogni sacrificio compiuto per batterlo...

Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email

Il mio ultimo libro: A morte i razzisti