Intrappolata dalla vita

Storie e Notizie N. 2016

“Una tragedia insensata...”
Donna muore dopo il tentativo di scalare il muro di confine degli Stati Uniti.

Tenacemente viva e libera.
In una sola parola, intrappolata.
Ma per esteso e per inciso io ero una donna.
E lo sono ancora, malgrado il superfluo.
Una donna messicana, già.
Lo sono dalla nascita e lo sarò per sempre, a prescindere da ciò che blaterino le carte bollate e chi spreca sangue e tempo a proteggerle, invece di far lo stesso con i propri simili.
Ma l’inchiostro mente qualora contraddica dettagli ormai sottostimati come il respiro, il battito cardiaco, la luce dello sguardo o addirittura tutti assieme.
Vi diranno che sono morta in modo insensato, davvero.
Prendendo spunto unicamente dal verbale degli uomini a guardia del più fragile sogno, scriveranno che sono deceduta a causa degli stenti.
Perché intrappolata, esatto.
Tutta colpa della gamba.
Che sia stra maledetta l’imbracatura di crudeli corde e indomiti speranze, aggiungo io.
Con il corpo capovolto e a testa in giù, con il defluire del sangue nella testa, la disidratazione, lo shock e lo stress emotivo, sono frasi che probabilmente completeranno il necrologio per gli esperti della morte a posteriori.
Be’, io preferisco gli amanti della vita a priori, guarda un po’.
E se mi è concesso, almeno su questa trascurabile ma libera pagina, vi è infinitamente di più da aggiungere sul mio conto.
Per spiegare.
Per rendere merito e dignità.
Per sciogliere ogni nodo che nasconde ragioni e verità.
Primo, non è la mia morte a essere insensata.
Lo è quel muro e chi l’ha fatto costruire, dài, questa è facile, la capirebbe pure un bambino o chi ha avuto il coraggio di lottare per diventarlo in seguito.
Secondo, la vera trappola che ha condizionato il mio viaggio non è la fune che ha deciso di tradirmi all’ultimo momento.
A dire il vero ce ne sono state molte di più lungo il tragitto da casa sino all’orizzonte solo immaginato.
È la vita che mi ha intrappolata per prima, e siamo in tanti a cascarci in tale tranello, sai?
Dalla preghiera della sera verso qualsivoglia spicchio di cielo disponibile ad ascoltare, passando per il sollievo del mattino con ogni frammento d’anima ancora al posto giusto, sino al tramonto e a ricominciar da capo.
In una parola sola, come da incipit, esistere.
Per taluni tra noi – ma presumo molti – questo è l’unico giogo che abbiamo scelto di nostra sponte e al quale non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare.
Con tutta franchezza, non possiamo.
Perché a forza di abituarti all’idea di poter dire presente ogni santo giorno al per nulla scontato appello di sua maestà la natura, le trappole che ti legano a essa si fanno innumerevoli.
L’amore dei tuoi genitori è una trappola.
La passione per l’idea di far tuo tale sacro testimone e mettere al mondo vita a tua volta lo è ancora di più.
L’affezione per il tuo futuro e di coloro che lo dovranno a te è la più potente di tutti.
E quale imbecille può credere che bastino un muro e le sue ottuse sentinelle a poter dissuadere una donna dal proseguire sulla sua strada?
Perché io con il cuore e la voglia di farlo felice intrappolati nel corpo ci sono nata.
Perciò scrivete anche questo nel rapporto: io sono stata qui e ci sarò ancora quando ogni confine scomparirà.
Mentre chi non ci prova nemmeno a superare i muri dell’umana ottusità, non è mai stato libero e tanto meno vivo.


Vieni ad ascoltarmi sabato 21 maggio 2022 alle 16.00, L'isola del tesoro, Trebbo (BO)

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