La guerra tra due narrazioni opposte
Storie e Notizie N. 2018
Immagina di indossare uno strano tipo di cuffie, ciascuna perennemente incollata alle orecchie e in funzione anche quando vorresti solo silenzio.
La musica che ci giunge da più o meno lontano è composta da narrazioni interessate e urgenti per ragioni del tutto diverse, così come opposti sono gli obiettivi degli oratori.
Cambiano scenari, tempi e luoghi, ma il rispettivo senso dei contemporanei e antitetici racconti è lo stesso per entrambi.
È una guerra ed è in gioco molto di più di quello che si vede.
Forse è proprio per questo che durerà ancora a lungo, ahinoi.
Prendi il Brasile, per esempio. Prendi, ovvero prova a far collimare con una porzione sufficientemente vasta della tua immaginazione la foresta dell’Amazzonia o ciò che ne resta. Quindi rileggi la stereofonica battaglia che sta decidendo le sorti di un pianeta e chi ci abita:
Il presidente Bolsonaro è in tournée nel suo paese nel tentativo di riconquistare gli elettori prima delle elezioni di ottobre e sembra fare progressi, esclama la prima contendente.
Dall'Amazzonia brasiliana al bacino del Congo, l'anno scorso i tropici hanno perso 11,1 milioni di ettari di copertura arborea, inclusi 3,75 milioni di ettari di foresta primaria, fondamentali per limitare il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità, ribatte l’altra.
È venuto a cavallo con sguardo torvo mentre parlava, dicendo a migliaia di fedelissimi vestiti di giallo che hanno affrontato un'importante battaglia del bene contro il male, insiste la prima.
Malgrado gli impegni presi contro il riscaldamento globale di Cop26, il Brasile ha registrato la più alta perdita di foresta primaria tropicale per ettari nel 2021, replica la seconda.
“Il bene ha sempre trionfato e questa volta non sarà diverso. Il bene prevarrà!” ha urlato il leader brasiliano mentre i suoi seguaci circondavano il palco che era stato eretto per accoglierlo, spiega la prima.
Gli incendi, l'aumento delle temperature e il disboscamento stanno influenzando la resilienza delle foreste di tutto il mondo, mentre gli avvertimenti indicano che parti dell'Amazzonia rischiano di convertirsi da foresta pluviale a savana, denuncia la seconda.
"Lo amo. È il mio guerriero”, dichiara parlando di Bolsonaro Diego Rodrigues da Silva, 27 anni, un cristiano evangelico che si era recato all'evento su una bicicletta dipinta con la parola Gesù.
Secondo i dati, si è registrato un picco particolarmente preoccupante della deforestazione nell'Amazzonia brasiliana occidentale, legato allo sgombero su larga scala dei pascoli del bestiame lungo le strade esistenti, ricorda invece la seconda.
Pochi minuti e la folla è esplosa in applausi euforici quando il loro leader è arrivato e ancora di più quando ha gridato: "Il Brasile sopra ogni cosa!”
Di tutta risposta, malgrado inascoltata, ancora una volta si è levato il monito della seconda: “Se continuiamo a degradare le grandi foreste del mondo, dall'Amazzonia al bacino del Congo, le implicazioni per milioni di persone sono terribili. Stiamo facendo deragliare complessi sistemi naturali da cui tutti dipendiamo e questo, a sua volta, rende impossibile il raggiungimento di tutti i nostri obiettivi globali condivisi, dalla pace alla prosperità…”
In un momento storico in cui si parla tanto di possibile terza guerra mondiale, questo è un conflitto planetario che l’intera specie umana sta combattendo contro se stessa e la terra che la ospita. Casa per casa, a piedi in strada o al presunto riparo di mezzo quintale di ferraglia, al lavoro o a scuola, su e giù, a destra e a sinistra passando per il centro, a ogni latitudine reale o digitale.
E come nella nota parabola dei due lupi, la sopravvivenza di tutti e tutto dipende da quale narrazione avremo fatto nostra...
Vieni ad ascoltarmi sabato 21 maggio 2022 alle 16.00, L'isola del tesoro, Trebbo (BO)
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