NATO per difenderti

Storie e Notizie N. 2026

Guardami per ciò che sono, ovvero per come mi hanno abbigliato o, meglio, camuffato.
Sono un soldato e perdonami il puerile gioco di parole di cui abuserò spesso da qui in avanti, ma io sono NATO per difenderti.
Credo, mi pare. Così c’è scritto e così dicono, laggiù a nord o lassù, che mi sembra ormai l’identica cosa. Perché comincio a essere stanco e confuso, e sono io oggi a chiederti aiuto, consiglio, anche solo una risposta.
Per la cronaca, gli amanti della precisione o i fissati con i dettagli, sono NATO il 4 aprile del 1949. Se fossi un essere umano sino in fondo, con tutti i criteri apprezzabili o almeno tollerabili di tale aggettivo, mi si potrebbe definire una persona anziana, ecco. E malgrado alcuni sostengano che i settanta sono i nuovi sessanta, avrei i miei bravi acciacchi e mostrerei nel fisico come nello spirito tutti i gravosi segni dell’età.
Invece sono sempre lo stesso e il tempo non ha scalfito la mia vigorosa fibra. Anzi, con il passar degli anni la mia struttura si è fatta maggiormente robusta e sempre meno scalfibile o in qualche modo intaccabile.
Ma è un bene, no?  Non è forse questa la ragione per la quale mi hai scelto come migliore amico? E l’amico, cos’altro è se non colui che ti viene in soccorso nel momento di maggior bisogno?
Non è per questo che sono venuto al mondo?
Già… bella domanda: perché sono NATO?
A tale riguardo mi sovviene or ora cosa disse a suo tempo uno dei miei molti padri, giacché di madri non ne rammento alcuna: il mio scopo è quello di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi.
Appena NATO, poco più che bambino, avrei creduto a ogni cosa mi venisse raccontata e malgrado l’età non sono cambiato
di molto. D’altra parte, non ero l’unico subito dopo due guerre mondiali a essere incline a fidarmi di chiunque avesse promesso di garantire non dico pace e prosperità, ma perlomeno la luce da sole non più oscurata dal fumo delle bombe, al massimo l’eco lontana, magari in qualche incubo, delle sirene dei rifugi e qualche tavoletta di cioccolata.
La verità è che eravamo in molti a essere degli ingenui infanti, a prescindere da ciò che suggeriva l’anno di nascita impresso sui documenti. E quando sei o vorresti sentirti di nuovo così giovane la storia la vuoi breve e semplice, chiara e rassicurante.
Indi per cui, la frase di cui sopra avrebbe tranquillamente potuto essere tradotta come tenere dentro i buoni, fuori i cattivi e sotto coloro che tali erano stati.
Per questo sin dal primo giorno ho preso molto sul serio la ragione della mia venuta al mondo. Ero felice quanto fiero di esser NATO per tale nobile motivo. E se ogni qual volta un nuovo amico veniva a far parte della nostra grande, pacifica famiglia, ne ero felice anche più di lui, altrettanto non mi riusciva di comprendere perché qualcun altro potesse rifiutarsi di farlo.
Dopo lunghe riflessioni, l’unica spiegazione logica che mi restava tra le mani era che costui decidesse volontariamente di restare all'esterno, assieme ai cattivi. Ma dopo ciò che era accaduto nel mondo nel secolo scorso, subito prima della mia nascita, come si poteva scegliere ancora una volta di sedersi dal lato sbagliato della Storia? E non venitemi a parlare di tutti i posti occupati di Brechtiana memoria, perché se è vero che la mia ragion d’essere consisteva nel tener fuori i cattivi, costoro avrebbero potuto semplicemente smettere di esser tali. In quel caso, sono certo che anche il più severo dei miei papà avrebbe ammazzato il vitello grasso per aggiungere un posto a tavola. Credo, insomma lo spero, ecco.
A ogni modo non è mai accaduto e non sai quanto la cosa mi rattristi. Perché per proteggerti, ho ucciso, oh se l’ho fatto. E nonostante l’ormai famigerato mai più dichiarato dai miei saggi genitori dopo la fine dell’ultima grande guerra, ho imbracciato le armi per portare fiamme e morte nella vita dell’umanità una quantità di volte che ho ormai dimenticato.
Lo dico con immenso dolore, ma spesso a pagarne le spese sono state anime innocenti a migliaia. Ciò nonostante, i miei padri sono molti, ti dicevo, ma sui principi della mia educazione concordano alla stregua di un disciplinato coro. Indi per cui a riguardo sostengono in maniera unanime che tali tristi conseguenze rappresentino un prezzo accettabile. Ovvero, una casualità tollerabile, al netto del grande disegno delle cose. E all’interno di quest’ultimo la tua sicurezza e incolumità, in quanto amico dei buoni, devono essere garantite a ogni costo.
Tuttavia, guardami ora con maggiore attenzione.
Sono un soldato ultra settantenne che sin dal primo vagito, che sia giorno o notte, pattuglia i tuoi confini e sorveglia ogni ingresso per proteggerti dai cattivi. Sono stanco, difficile il contrario, eppure non smetterò di fare il mio dovere perché sono NATO per questo. Ma tu, che soldato non sei; tu che non sei obbligato a obbedire ciecamente, sino alla fine dei tuoi giorni, a qualsiasi ordine ti venga impartito da coloro che ti hanno messo al mondo; tu che hai avuto la possibilità di crescere davvero, di patire ma anche godere dei segni del tempo; che, più di ogni altra cosa, hai raggiunto o raggiungerai la maturità in cui poter scegliere da solo gli amici e riconoscere i nemici, dividendo autonomamente i buoni dai cattivi, per favore, dimmi… ho forse mai sbagliato qualcosa? Magari mettendo a rischio la tua serenità invece che il contrario? E nel caso ciò accadrà sarai in grado di fermarmi? Ti prego, promettimi che lo farai.
Perché io sono solo un soldato e sono NATO per proteggerti, ma non sono programmato per difenderti da me...

Vieni ad ascoltarmi sabato 21 maggio 2022 alle 16.00 a L'isola del tesoro, Trebbo (BO)

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