Don’t Gas Africa

Storie e Notizie N. 2083

"Controlettera" – nel senso di lettera contro Don’t Gas Africa, scritta da quei buonisti del clima e nemici del profitto, categorie che vanno immancabilmente a braccetto – rivolta ai cittadini africani senza accesso all’elettricità.

Amici, fratelli al buio, so che siete almeno 600 milioni. Non siete stanchi di vivere nell’oscurità, mentre a nord di quest’ultima sguazziamo tra i volt?
State a sentire quel buon samaritano di Tony Blair (sì, proprio quello) quando afferma che [gli africani, voi altri insomma] devono essere in grado di procurarsi il gas. Il gas per loro sarà un carburante di transizione.
Transizione verso cosa? Ma cosa importa il dopo, quando l’oggi è cupo, ovvero a lampadina spenta? Chi meglio di voi dovrebbe saperlo?
Le male lingue sostengono che noi altri non siamo interessati al vostro destino e ci preoccupiamo solo del nostro. Ma i nostri orizzonti sono legati, fratelli miei, mai come oggi per colpa di quella sciagurata guerra ucraina.
E se provassimo a vedere quest’ultima come un’opportunità invece che sotto forma di una disgrazia? Altrimenti, perché pensate che in occasione della ventisettesima COP (che in realtà vuol dire COnferenza dei Parassiti, giammai delle “Parti” delle Nazioni Unite coinvolte nel cambiato climatico) ci sia stato il record di lobbisti dei combustibili fossili, più di 600? Per il ricco buffet e i gadgets in omaggio?
State a sentire chi ne sa – o ne ha, tanto il concetto è lo stesso - più di voi. Prestate attenzione a cosa dice il "disinteressato" verbo del miliardario sudanese barra britannico Mo Ibrahim, ma per voi deve contare solo la prima parte: “Abbiamo bisogno di una politica equilibrata ed equa per tutti. Il gas può essere utile alla nostra transizione.”
Transizione è la parola chiave, capite? Non gas. Quest’ultimo lasciatelo a noi altri, che sappiamo come farlo fruttare. Lo abbiamo fatto prima di voi e… sì, ci ha portato a un’altra guerra nel cuore dell’Europa, ma cosa credete? Che accendere quel maledetto lampadario ogni giorno sia gratis? In quei cavi più o meno sotterrati nelle profondità della coscienza scorre sangue da una vita.
Ma tanto ne avete versato così tanto sino a oggi, stiamo a guardare la goccia?
Certo, se poi preferite sentire quelli di Carbon Tracker, poveri voi, anche se già lo siete.
Costoro tirano in ballo favolette come il tempo, il futuro, e il fatto che quando nel 2040 la richiesta del gas oltre confine si dimezzerà affronterete crisi irreversibili. Ma che ragionamento è questo? Ancora con questa sopravvalutata roba della lungimiranza e del programmare le cose anche e soprattutto in relazione alle lunghe scadenze? Il domani è un'invenzione degli ingenui, ed è anche questo il vostro problema. Vi preoccupate troppo di arrivare al giorno dopo.
Come dice il celebre verso? E la luce fu. Al meglio, è. Non c’è mai stato e la luce sarà.
Ovviamente, in questo vostro momento di debolezza ci saranno alcuni che, insieme ai tizi della C.T., vi metteranno in testa idee bizzarre, approfittando della vulnerabilità e degli estremi bisogni che state attraversando.
Difatti, ci è giunta voce che stiano cercando di convincervi che il modo per ottenere luce, ovvero energia elettrica, pulita e sostenibile, ce l’abbiate già in superficie senza il bisogno di andare a trivellare e a scavare. Ed è pure gratis, dicono. Pare li chiamino vento e sole, che nomi assurdi. È una fake news. Il vento e il sole non esistono. Si tratta di primordiali e immaginarie fabbricazioni tribali che non hanno nulla a che vedere con la civiltà.
Noi siamo il vostro Vento, noi siamo il vostro Sole, e voi siete… noi, ora, come il vostro gas è e sarà il nostro finché ne avremo bisogno.
Esattamente come finora è stato con il petrolio, il carbone e tutto il resto…

Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email