Lo specchietto migrante per le allodole

Storie e Notizie N. 2082

Immagino, o almeno lo spero, che alla stregua del sottoscritto in molti si saranno chiesti come mai, sin dal giorno dell’insediamento del nuovo governo targato destra estremista ma con moderazione, le notizie siano stracolme di sbarchi di stranieri, navi ONG guidate da equipaggi finanziati dai fautori del caos “immigrazionista”, dalla conseguente mano  dura dell’esecutivo in carica e dagli inevitabili scontri con il resto dell’Europa – addirittura gli “accoglienti” francesi -, ovvero ciò che i nostrani baluardi del suolo patrio aspettavano con la bava alla bocca da mesi.
Be’, la risposta è semplice quanto banale, a mio modesto parere.
Trattasi di un trucco vecchio come il mondo stesso. Si parla tanto di una cosa, o si fa in modo che ciò accada, per distrarre la massa dal resto. Da tempo immemore i presidenti USA spostano l’attenzione dei cittadini su nemici o presunti tali oltre confine per evitare che si occupino dei problemi in casa propria, ce lo ha ripetuto sino alla noia Noam Chomsky. Allo stesso modo, sin dal suo insediamento negli anni ‘90, oltre che sugli stranieri, Berlusconi puntava il mirino della stampa amica, se non di proprietà, sulle fantomatiche sinistre – le sto ancora cercando -, le toghe rosse e la deriva della famiglia tradizionale. Nel mentre faceva festini a Palazzo Chigi e gitarelle dall’amico Putin.
E il governo del Paese?
Già, bella domanda, attuale ancora oggi, o almeno dovrebbe esserlo a prescindere dal colore della coalizione che si è presa il delicato quanto difficile incarico.
Una nazione complicata da amministrare, la nostra, dove solo nel mese scorso l’inflazione è cresciuta ancora e con una forte accelerazione, a dirla tutta. Di sicuro c’entrano gli aumenti dei prezzi dei beni legati all’energia, ma sono saliti anche quelli alimentari e di tutti i beni in generale, compresi quelli relativi alla cura della persona e delle nostre abitazioni.
Sì, però prima gli Italiani, okay?
Sicuro, come no. Parliamo di quelli disoccupati, che ne dite? Del fatto che oramai siamo quasi in vetta alla classifiche europee in questa triste competizione. Peggio di noi solo Grecia e Spagna. Al contempo, da noi le famiglie in stato di povertà sono quasi 2 milioni.
Sempre in tema di disoccupazione a essere penalizzate in Italia sono ancora le donne, con quasi 3 punti percentuali in più. Ah, ma adesso che c’è “una” premier al volante finalmente le cose cambieranno.
D’accordo, ma basta immigrati.
Certamente. Magari, però, tra uno slogan e l’altro ci sarebbe da affrontare quella sciocchezzuola della corruzione, la quale ci vede agli ultimi posti in Europa anche in questo, carenti soprattutto per quanto riguarda gli ambiti internazionali, piaga quanto mai prevalente negli ultimi anni.
Sì, ma questa è casa nostra!
Va bene, solo che più che casa direi cosa, giacché secondo la Banca d’Italia ancora oggi l’azienda più ricca nel nostro Paese si chiama mafia, con un volume d’affari di 38 miliardi di euro l’anno (104 milioni al giorno), ovvero oltre il 2% del PIL italiano.
Ce ne vogliamo occupare, oppure… ma no, non ci voglio neppure pensare. Altrimenti, in quel Dio Patria e Famiglia, mi viene da pensare che il terzo punto riguardi un altro tipo di famiglia, criminalmente allargata…
In ogni caso, al netto di tale
ambiguo lato comune a ogni maggioranza al potere da quando ho memoria, non c’è da restarsene con le mani in mano.
A cominciare da far qualcosa per limitare il numero di morti sul lavoro, 600 solo quest’anno.
O magari se qualcuno trova il tempo tra uno sbarco e l’altro, occorrerebbe intervenire una volta per tutte a livello strutturale da nord  a sud – visto che c’è ora in sella un abilissimo e preparatissimo Ministro delle infrastrutture – per prevenire il rischio sismico invece che farsi notare solo dopo che le "calamità naturali" distruggono e uccidono.
Ci sarebbe anche quell’altra bazzecola della rete internet peggiore d’Europa, e potrei andare avanti, ma mi fermo qui.
Anche perché tutto ciò non fa notizia, su. Vuoi mettere con la nave degli invasori africani con il divieto di attraccare? E fare notizia, tenendo incollato il pubblico nostrano, diviso tra pollice in alto o in basso, è il vero obiettivo, grazie al quale nascondere il fatto che i veri problemi che ci assillano sono ancora impilati sulla scrivania di chi di dovere e lì resteranno.
Poiché è già accaduto e accadrà ancora, sta’ a vedere.

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