Fiaba criminale con morale legale

Storie e Notizie N. 2096

Chiedo venia ma è più forte di me, una storiella mi sembra ancora il modo migliore, almeno per il sottoscritto, per raccontarla.
C’era una volta… anzi, no, lasciamo perdere il passato, viviamola al presente, anche perché sta accadendo in questo preciso momento. Allora, c’è un delinquente okay? Perché di questo si tratta, alla prova dei fatti in oggetto, diciamola tutta una buona volta. Inoltre, gli autori del lodevole documentario The Corporation – lo consiglio sempre vivamente – analizzando il comportamento delle multinazionali come se fosse quello di un essere umano arrivarono alla conclusione di trovarsi di fronte a degli psicopatici. Ebbene, il protagonista di questo breve raccontino a mio modesto parere presenta evidenti segni di una personalità criminale (iperattività nel delitto, antisocialità, grande egocentrismo e altro) e sociopatia (disprezzo per le leggi e per le usanze sociali, incapacità di riconoscere i diritti degli altri, incapacità di provare rimorso o senso di colpa, ecc.).
Per convenzione, rispettandone la privacy proprio come se stessimo scrivendo la relazione di un paziente con disturbi mentali, chiamiamolo GB, che si legge Gibì.
Ora, il fatto che Gibì non ci stia con la testa e che si tratti di un individuo pericoloso lo dimostra la sua cartella clinica, d’accordo? Stiamo parlando inoltre di una persona che negli anni si è macchiata di crimini indicibili, dalla tratta degli schiavi al colonialismo, dalla vendita di armi di ogni tipo causando morte e distruzione al ladrocinio delle ricchezze altrui, lasciando alle spalle fame e miseria. Essendo come già detto un sociopatico, di recente ha deciso di isolarsi definitivamente da chi gli sta accanto o nei pressi, ci siamo capiti, salvo poi pentirsene ma è ormai troppo tardi, perché un conto è quando sei una brava persona, ma se ti sei pure comportato per tanto tempo come un egocentrico, guerrafondaio e borioso arrogante poi non ti aspettare qualcosa di diverso, ecco.
Ora si dà il caso che Gibì ha un problema che molti altri delinquenti hanno a questo mondo: nel passato hanno causato a loro volta non uno ma miliardi di problemi, ma tu leggi tragedie, ad altra gente, la quale – tu guarda il destino – ha finito per chiedere aiuto, o conto, proprio a quelli come lui. Chiaro quanto è paradossale la questione solo fin qui? Senza girarci ulteriormente intorno, vi sto dicendo che il problema del nostro è che coloro che ha danneggiato insieme ai suoi compari colonialisti in tutti i modi immaginabili o meno vogliono semplicemente sopravvivere, punto. Questo è il suo problema e la soluzione è la loro morte. Più chiaro di così penso non si possa spiegare.
Già questo motiverebbe la natura criminale e sociopatica di Gibì, ma siccome in questa fiaba non hanno ancora inventato un organo davvero super partes quanto efficace in grado di garantire giustizia a chi ha subito dei danni, come una fata buona o addirittura una strega malvagia - andrebbe bene anche questo pur di arrestare il farabutto e impedirgli di compiere altri reati -, egli persiste nel suo riprovevole comportamento. Difatti, avendo messo da parte parecchi denari grazie alle sue attività illecite, decide di sborsare una mazzetta di ben 140 milioni di sterline, quasi 160 milioni di euro, per corrompere un altro galantuomo, chiamiamolo Ru, si legge com’è scritto, accusato di praticare senza alcun ritegno la tortura e qualsiasi tipo di azione becera in barba al minimo rispetto dei diritti umani.
In cambio, costui si farà carico del suddetto problema. Come dire, una volta messa in atto la collaborazione tra i due, il terzo incomodo, tra cui donne e bambini, verrà letteralmente tolto di mezzo.
E sapete qual è la morale di questa fiaba criminale? Che nel mondo reale tutto questo ieri è stato ritenuto legale

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