Qualcuno ha un’arma?

Storie e Notizie N. 2130

Accade oggi, negli USA, per legge. In particolare nello Utah, nella South Carolina, in Mississippi, Oklahoma e ora pure nell’Idaho.
Lo racconto con una storia inventata, okay, caricaturale, assurda e inverosimile, ma a mio modesto parere coerente.
E la follia di questa nostra epoca è tutta qui.
Siamo nel giorno fatidico.
Il detenuto sta per essere giustiziato e ci sono tutti.
I boia rigorosamente al plurale sono pronti, perché se la cosa si fa in tanti, l’omicidio di Stato si suddivide in piccoli frammenti di coscienza che non ti lasciano troppi incubi nella testa da portare a casa dopo il lavoro.
Lo sono altrettanto gli ospiti al di là del vetro, com’è d’uopo, suddivisi nei due lati del più controverso pubblico che ci sia mai stato al mondo: i parenti desiderosi di vendetta e i consanguinei del giustiziato, a breve, divisi da un invisibile confine. Si chiama occhio per occhio, ma tu leggi pure come il deterrente contro il male che funziona solo nei comizi elettorali e nell’immaginazione di chi li prende per oro colato.
Naturalmente, c’è anche il protagonista di questa tragedia in diretta con aspirazioni risolutive e pacificanti tranne che per lui sino all’ultimo istante di vita.
Il boia capocomico dà il via al sadico spettacolo e i suoi sodali portano in scena il condannato.
Gli viene domandato se vuole aggiungere la sua voce alla sceneggiatura, ma il nostro si astiene e forse è un bene. Perché sua madre è lì di fronte, nel lato maledetto della platea, e non reggerebbe allo strazio. Guardarlo è già sufficiente e oltretutto la distrarrebbe dallo sforzo immane che sta compiendo per provare empatia nei confronti dell’altra mamma sul lato opposto, la quale a sua volta è stata resa orfana al contrario per mano di suo figlio.
Il detenuto viene fatto distendere sul lettino e legato mani e piedi a quest’ultimo. Tuttavia, dopo anni i ceppi non dovranno impedirne la fuga, bensì i movimenti inconsulti causati dalla venefica miscela che gli verrà iniettata a breve.
L’istante decisivo al fine giunge senza che il Governatore si faccia sentire con una grazia in cui ormai non sperava più nessuno e la morte fa ufficialmente il suo ingresso sul palco. O almeno è ciò che c’era scritto sul copione, perché all’improvviso lo spettacolo viene interrotto. Difatti, l’addetta ai farmaci letali si palesa e annuncia ciò che di recente accade spesso: i veleni non sono arrivati.
Nessun problema, fa il boia capo. In tal caso c’è la nuova legge, possiamo fucilarlo.
Di conseguenza, in accordo al grottesco della diretta, più che il bello, il cambio di programma viene comunicato al pubblico. C’è chi gradisce
su un lato, perché spera che sia più doloroso, e chi fa lo stesso sull’altro, perché si augura che renda il tutto più rapido. Per la maggior parte cambia poco, perché alla fine della fiera un omicidio è un omicidio, a prescindere da come sia perpetrato e, soprattutto, se a compierlo sia un cittadino qualunque o chi li rappresenta tutti.
Nondimeno – deus ex machina grossolano, lo ammetto – la tipa che si occupa dei farmaci, improvvisatasi armaiola, rientra e informa i presenti che i proiettili non sono arrivati, colpa di uno sciopero, dice.
Il boia superiore si guarda perplesso cogli altri e decide di consultare il manuale.
Niente paura, esclama, poiché grazie a una vecchia legge del secolo scorso, in caso di scarsità di pallottole è possibile ricorrere alla sedia elettrica.
Non c'è abbastanza voltaggio, lo ferma subito la tizia di prima. E poi quella che abbiamo è stravecchia, rischia di esplodere.
I boia non vogliono rimandare l’esecuzione perché altrimenti il governatore si arrabbia, e dato che sono tutti assunti a progetto e temono di perdere il lavoro invitano il più anziano a darsi da fare.
Allora, il nostro finge di trovare nel manuale un’ulteriore leggina in grado di permettere l’assassinio legalizzato, il titolo dello show che deve necessariamente andare avanti. Perché questo è ciò che chiedono gli elettori in accordo a chi hanno eletto.
Quindi, confidando nella diffusa bellicosità dei suoi concittadini, il boia si avvicina alla porta che permette di oltrepassare la quarta parete, si presenta di fronte a quell'insieme di umana tristezza e sofferenza allo stato puro e dopo essersi schiarito la voce esclama con tono implorante: “Qualcuno di voi ha un’arma, possibilmente carica?”

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