Non c’è qualcosa di sbagliato in questa storia?
Storie e Notizie N. 2143
Prima la notizia, malgrado il nome del sito. Perché bisogna sempre partire dai fatti, ovvero dalla realtà, o perlomeno quella che ciascuno di noi nel suo piccolo riesce a cogliere nelle sue verità più essenziali.
Nel breve, un ragazzo di tredici anni entra in una scuola armato e spara, uccidendo nove persone, di cui otto studenti più o meno coetanei.
Quante volte, negli ultimi anni, abbiamo già letto o ascoltato qualcosa di simile? Spesso negli USA, ma di recente accade ormai ovunque, anche da noi, che qualcuno esca di casa per ammazzare qualcun altro, spesso senza una ragione per noi minimamente ammissibile, comprensibile nella sua assurdità o frutto di una qualche logica, per quanto malata. Anzi, qualora si possa tirare in ballo la follia, in molti emettono un sospiro di sollievo, perché non c’è nulla di meglio di una totale assenza di senno dove quest’ultimo non trova alcun rassicurante appiglio.
Nel caso in oggetto la tragedia è accaduta più vicino a noi rispetto agli Stati Uniti, ovvero in Serbia, ma credo cambi poco sia per la notizia che la storia dove mi sto dirigendo. Ci arrivo, vedi poi.
Difatti, negli articoli che commentano l’accaduto si leggono oramai sempre le stesse frasi.
Il giovane assassino veniva preso in giro dai compagni, ovvero bullizzato, ed ecco trovata un’altra pacificante spiegazione con cui tranquillizzare la mente spaventata di fronte a questa orribile serie tv a puntate sempre più inesplicabile e cruenta.
Poi però alcuni si ritroveranno di sicuro a riflettere sul fatto che non è che tutti quelli che vengono derisi a scuola finiscono per trucidare i seppur sadici canzonatori.
E allora leggi ancora, suggerisce l’invisibile tremore nel cuore, che prima o poi ti imbatti in un altro passaggio immancabile in tali terrificanti notizie. Mi riferisco alle condizioni mentali del sicario ingaggiato da se stesso per portare morte in tempo e luogo di pace.
Nella triste vicenda protagonista di oggi, è l’autore stesso della strage a definirsi uno psicopatico. Come già premesso e promesso, entra in scena puntuale la motivante dissennatezza e in qualche modo si può passare ad altro indenni. Nel senso che dona normalità all’orrore, ci ricordiamo che è già successo molte altre volte e si torna a dormire sonni sereni.
Nondimeno, è altrettanto comune che prima o poi un pensiero si paleserà nella testa di altri: non è che tutti coloro che hanno qualche disturbo mentale, grave o meno grave che sia, si procurino pistole o fucili per far fuoco su compagni di scuola, colleghi di lavoro o semplici sconosciuti, ma comunque immersi nella monotona routine cittadina.
Quindi, leggiamo, coraggio. Leggiamo il resto, cerchiamo altri strumenti per convivere con l’immagine orrenda che ci ha appena invaso, perché un colpevole in carne e ossa, lo troviamo quasi sempre qualora si tratti di un omicida così giovane.
Di solito sono i genitori, cattivi maestri dell’ancora più bieco esempio.
Solo che stavolta si tratta di persone, almeno sulla carta agli occhi dei più, rispettabili e comuni, individui della classe medio alta a dirla tutta, ovvero un medico, lui, e un avvocato lei.
Ovviamente non siamo a conoscenza di cosa accada dentro quattro mura nella vita di una famiglia e, forse, avremmo altrimenti molte più risposte alle nostre angosciate domande. Ma un colpevole in un modo o nell’altro viene fuori.
Di chi sono le due pistole con le quali il ragazzo ha violentemente tradito il patto di pacifica convivenza, tacitamente scritto tra coloro che vivono lì dove non piovono bombe e missili? Del padre? Bene, abbiamo il responsabile, e forse non è così sbagliato ritenerlo tale almeno per questo. D’altra parte, ci pensa la stessa legge serba a far sì che entrambi i genitori siano accusati e arrestati per il reato del figlio.
Perfetto, abbiamo molto, non tutto, ma pure questa volta siamo riusciti ad arrivare alla fine dell’articolo con i mezzi necessari per archiviare l’inferno a pochi passi da noi.
Eppure... nonostante quanto detto e scritto, è possibile che alcuni – io sono tra questi – giungano a un’ennesima osservazione, sotto forma di domanda aperta, preceduta da una dovuta premessa: tenendo conto di ciò che succede ovunque ogni giorno, tutt’attorno, nei pressi come oltre confine, che guardiamo, assimiliamo, con cui ci nutriamo e a nostra volta nutriamo il prossimo, a cominciare dai nostri figli, non c’è qualcosa di sbagliato in questa storia?
In altre parole, siamo sicuri di aver trovato tutte le spiegazioni che servono non solo a tranquillizzarci e andare avanti, ma per impedire che tali raccapriccianti fatti accadano ancora?
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