Chi sono i cattivi?
Storie e Notizie N. 2181
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Chi sono i cattivi?
C’è stato un tempo in cui era molto più facile dare una risposta a questa domanda. Il che non implicava affatto che fosse esatta nella maniera più assoluta, ovvero inconfutabilmente netta, ma ciò rendeva di conseguenza estremamente facile e quindi sbrigativo identificare i buoni: erano gli altri, punto.
Tale schema era fuori discussione per tutti, a queste latitudini, per la maggior parte a ogni età, tranne nel caso in cui – grazie allo studio e all’approfondimento della Storia e delle sue molteplici interpretazioni, il confronto con le più disparate esperienze personali e non sui vari temi in oggetto, e la crescita della propria visione intellettuale dei significativi accadimenti della vicenda umana – si arrivava a concentrarsi sulle fondamentali quanto ambigue sfumature che caratterizzano le idee e le azioni di ogni schieramento.
Tale scenario è più o meno precisamente collocabile subito dopo il secondo dopoguerra, tra gli anni Cinquanta e i quaranta successivi, fino alla caduta del Muro di Berlino, per capirci. Nel mentre, ad alimentare la suddetta sommaria quanto rassicurante narrazione hanno contribuito come sempre il cinema e la letteratura, la politica e il mondo dell’informazione in generale.
Si potrebbero a ragione citare innumerevoli eventi e stravolgimenti dal punto di vista economico, industriale e sociale nella seconda metà del secolo scorso, ma, a mio modesto parere, semplificando allo stremo, quando è arrivata internet, come per molti altri contesti, tanto o tutto è cambiato.
Per sintetizzarne l’evoluzione negli ultimi trent’anni, spesso mi ritrovo ad affermare che prima l’uomo ha creato il web e la tecnologia per interagire con quest’ultimo, più che tra noi, e poi il web e la tecnologia a loro volta hanno iniziato a modellarci a loro immagine e somiglianza.
Da qui all’intelligenza artificiale, ovvero quindi il viceversa, il passo non è breve: è azzerato, se ci pensate. Anzi, è perfettamente logico.
Così, nel regno dei “babbani” dei computer, definiti più propriamente “boomer”, in Paesi come il nostro la vita sembra essersi fermata a epoche trascorse da tempo, mentre sulla rete vanno in scena dalla fine degli anni Novanta diversi e sempre nuovi linguaggi e variegate rappresentazioni della società che siamo o che diventeremo a breve. Tuttavia, alla fine dell’arcobaleno digitale, chi come il sottoscritto ha studiato informatica sa bene che ci sono ancora una volta due sole possibilità: 1 e 0, gli unici valori possibili di un singolo bit sul quale abbiamo costruito ogni struttura in apparenza più complessa, ciascuna di essa definita da infinite successioni alternate di "zeri" e "uni", ricordandoci che alla base della moderna società, ancora in guerra con se stessa, la polarizzazione violenta tra due ineludibili fronti non ci ha mani abbandonato. In altre parole, buoni e cattivi, ma anche bianchi e neri, cittadini documentati da un lato ed esseri umani disumanizzati nell’altro, ma pure Russi e Americani che non passano mai di moda, cristiani e tutti gli altri, musulmani di un tipo e musulmani differenti, al di là o di qua di un confine reale o solo semantico da difendere fino alla morte di tutti noi, questo c’è scritto all’orizzonte, se si guarda oltre.
Per tali ragioni, chi sono i cattivi, oggi? Sebbene, come detto, navighiamo su un mare virtuale formato da fittizie gocce d’acqua, la cui essenza è la medesima ingenua visione binaria del secolo scorso o di quando eravamo ancora giovani e immaturi, il racconto si è fatto estremamente più complesso, per non dire confuso, e rispondere alla nostra domanda è diventato assai più difficile.
Sul web vige sempre più un pluralismo assoluto delle opinioni, ma qualora ci penso con attenzione, non mi viene in mente la democrazia nella sua accezione positiva, bensì quella che descrisse con incredibile arguzia il compianto Gaber, dove su qualsiasi fatto, anche il meno controverso sul quale non dovrebbe esserci alcun dissenso, chiunque si senta di affermare tutto e il contrario tutto non solo ha facoltà di farlo, ma ha addirittura fior di finanziamenti statali e non per raggiungere la propria significativa fetta di popolazione.
Ciò, è risaputo, può avere conseguenze disastrose e può portare ad azioni scellerate, qualora non semplicemente imbarazzanti come quella della notizia di oggi, ora ci arrivo.
Soprattutto perché, col senno di poi, dovremmo perlomeno essere in grado senza dubbi di sorta di rispondere alla seguente domanda: chi erano i cattivi, ieri? Perché in tal caso ci si basa sulle azioni già compiute e le loro conseguenze. E quando sono la conta dei morti, i genocidi e la distruzione di intere nazioni a occupare quasi del tutto la lavagna le sfumature passano in secondo piano.
Poi però capita che in questi giorni nel Parlamento canadese i rappresentanti del popolo e gli amministratori dello Stato, presi dalla foga nello schierarsi con gli ucraini - gli indiscussi buoni definiti tali nella più recente narrazione - si impegnino in una standing ovation per omaggiare il novantottenne Yaroslav Hunka, definito nell’occasione "eroe ucraino e canadese", mentre in realtà si è scoperto solo in un secondo momento che si tratta di un veterano nazista delle SS...
Be, ciò mi fa pensare che c’è qualcosa di assolutamente prioritario prima di risolvere il suddetto dilemma su chi siano i buoni e i cattivi o di sostenere qualsiasi posizione, che può aiutarci a fare le scelte giuste: studiare a fondo la Storia che ci ha preceduto e, solo in quel caso, avvalercene per comprendere fino in fondo chi abbiamo davanti, chi stiamo applaudendo e chi stiamo combattendo, e perché...
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