Commissione per i risarcimenti del passato e del presente

Storie e Notizie N. 2179

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Non si potrà mai garantire una società pacifica ed equilibrata se non si fanno tutti i conti con la propria memoria storica e, soprattutto, con i torti ingiustamente arrecati al prossimo.
Per tale ragione, intorno alla metà degli anni ‘90 in Sudafrica, con la fine dell’Apartheid, venne istituita la Commissione per la verità e la riconciliazione.
Autorizzata da Nelson Mandela e presieduta da Desmond Tutu, la commissione esortò i testimoni identificati come vittime di gravi violazioni dei diritti umani a fornire dichiarazioni sulle proprie terribili esperienze e, in un secondo momento, ne scelse alcune per dare vita a delle udienze pubbliche. A loro volta, i colpevoli furono contestualmente condotti a testimoniare e a chiedere perdono delle proprie malefatte.
Come minimo, aggiungo io. Ecco perché mi convince di più il recente rapporto delle Nazioni Unite che esorta le varie nazioni responsabili a prendere in considerazione risarcimenti finanziari per la tratta degli schiavi.
“Secondo la legislazione internazionale sui diritti umani”, dice il rapporto, “il risarcimento di qualsiasi danno economicamente valutabile, come appropriato e proporzionale alla gravità della violazione e alle circostanze di ciascun caso, può anche costituire una forma di riparazione. Nel contesto dei torti e dei danni storici subiti a causa del colonialismo e della schiavitù, la valutazione del danno economico può essere estremamente difficile a causa del tempo trascorso e della difficoltà di identificare gli autori e le vittime.” Tuttavia, tale ostacolo “non può essere la base per annullare l'esistenza degli obblighi legali sottostanti.”
In breve, poche chiacchiere e fuori i soldi, perché se le vittime dei crimini coloniali non sono più qui per presentarsi alla cassa, i discendenti sono ben contenti di ricevere il dovuto con tutti gli interessi. Anche perché le conseguenze dei suddetti giganteschi reati – schiavismo, ma anche sterminio, genocidio, stupro di massa, deportazione, saccheggio delle risorse naturali, ecc. - continuano a ricadere su di loro ancora oggi, se non andando in scena in forme differenti.
Tuttavia, cambiamo un attimo discorso, anche se solo in apparenza.
Sempre a proposito di riconoscimento delle proprie colpe e consequenziale riparazione in moneta sonante, mentre la nostra premier, la persona che più ci rappresenta nel mondo oggi, continua la sua ottusa crociata contro le persone migranti (quando parla di trafficanti, è solo un altro modo per dire extracomunitari, clandestini, ecc.) anche nella sede di quelle stesse Nazioni Unite, vorrei far riflettere di nuovo sull’alluvione in Libia e tutte le altre sciagure climatiche che spesso e volentieri colpiscono soprattutto il continente da dove si mettono in viaggio i presunti invasori dalla carnagione sbagliata.
Ebbene, un recente studio spiega che, per quanto vi sia una responsabilità anche dei fattori umani locali, il riscaldamento globale ha reso più probabile e ulteriormente intensa la recente tragedia in Libia.
Non è il primo contributo a riguardo e anche se si stratta di un tema particolarmente complesso, come ricorda il giornalista francese ed esperto di climate change Marlowe Hood, secondo gli scienziati “l’impatto amplificante dell’innalzamento del livello del mare, del riscaldamento degli oceani e dell’aria più calda sono tutte conseguenze incontrovertibili del cambiamento climatico. È fisica di base.”
Inoltre, per le medesime ragioni, "l'ondata delle tempeste sarà più devastante, più intensa e più penetrante", ha affermato James Elsner, scienziato atmosferico ed esperto di uragani presso la Florida State University.
Detto ciò, nel mio piccolo vorrei fare una semplice proposta: stavolta, invece di aspettare centinaia di anni come nel caso dello schiavismo e del colonialismo, perché una Commissione per i risarcimenti dovuti alle conseguenze del riscaldamento globale non la mettiamo su ora? Dando un’occhiata a quali sono le nazioni che nel mondo sono maggiormente responsabili delle emissioni di CO2, al primo posto ci sono gli USA dei muri e dei soldati al confine, all’ottavo il Regno Unito che vuole spedire gli indesiderabili in Ruanda, al sesto la Germania che pare non voglia accettare più persone migranti dall’Italia e all’undicesimo la Francia, la quale litiga un giorno sì e l’altro pure con il nostro Paese per lo stesso motivo.
E noi? Ebbene, siamo comunque al sedicesimo posto con la nostra bella quota di anidride carbonica scaricata nell’atmosfera. Inoltre, nel 2021 assieme proprio a Francia e Germania, abbiamo avuto il primato di emissione di gas serra in Europa. Al contempo, gli stati europei con la peggiore politica climatica sono guarda caso gli alleati sovranisti dell’Italia, ovvero Ungheria e Polonia.
A questo punto ho già pronta la prima dichiarazione della neonata commissione: care nazioni inquinanti, a seconda delle percentuali di colpe, prendete il libretto degli assegni, cominciate a compilarli con cifre a più zeri e spediteli nel cosiddetto terzo mondo. In mancanza di ciò, considerando i vostri crimini trascorsi e presenti, qualora i sopra citati discendenti o le attuali vittime si presentino sulle vostre coste e confini, fate silenzio e abbiate l’onestà di accoglierli con la cortesia e il pentimento che meritano...

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