Il Ministero del Traffico di Esseri Umani

Storie e Notizie N. 2183

Guarda e ascolta il video podcast su Youtube

Ascolta il podcast su Spotify, Apple, Audible, Youtube Music

C’era una volta un Paese, okay?
Un Paese diversamente moderno nel club dei Paesi moderni davvero, in materia di alfabetizzazione e livello culturale medio, di solidità e adeguatezza delle infrastrutture, di qualità e reale pluralismo dell’informazione, nonché dell’effettiva democraticità delle sue principali leggi e delle varie istituzioni, per non parlare di meritocrazia e rispetto dei diritti civili nei confronti di ogni tipo di minoranza.
In poche parole, un Paese al contrario, ma giammai nell’accezione abusata da quel paraculo in divisa che si sta arricchendo alle spalle dei gonzi con il suo libro indegnamente definibile tale, peraltro pure costoso.
D’altra parte nel Paese in questione vi era un Governo con un approccio, come dire, maestro nello sport preferito da coloro che riempiono le proprie tasche propinando narrazioni grottescamente paradossali rispetto all’ormai decaduto criterio di realtà. Trattasi dell’allievo che si è dimostrato capace di superare il docente, quest’ultimo già auto untosi per mano del Signore, non si sa ancora quale.
Di conseguenza, all’interno dell’esecutivo, vi erano coerenti Ministeri, alcuni con la dicitura tradizionale, ma nei fatti usati nella sopra citata versione aberrante, e altri inventati di sana pianta alla bisogna. Anzi, alla vergogna.
Uno di questi era il Ministero del Traffico di Esseri Umani.
Per farla breve su come funzionava, immagina di essere qualcuno che desiderava venire a vivere in quel Paese, o anche solo transitarvi.
Mettiamo che ti fossi trovato in uno dei vari distaccamenti del suddetto Ministero nella tua nazione di partenza.
Ti presentavi all’ufficio di competenza e ti saresti sorpreso della semplicità con la quale si era risolto ogni dettaglio burocratico.
Perché in pratica ti saresti trovato di fronte soltanto a delle porte, differenziate con altrettante targhe con all’interno delle scritte a indicare il relativo dipartimento. Ma potremmo anche dire il differente percorso.
Sulla prima porta c’era scritto: ingresso riservato ai cittadini provenienti da nazioni con un PIL uguale o preferibilmente superiore a quello del Paese di destinazione.
La porta era distinguibile dalle altre per il pregio della fattura del legno e dall’immancabile tappeto rosso fino alla soglia, dal distributore di bevande e snack, aria condizionata con getto mirato, che non so neppure se esista ma se lo fosse, sarebbe perfetta, e così via.
Nella targa della seconda porta, subito accanto, vi era invece scritto: ingresso riservato ai cittadini provenienti da nazioni “non sicure”. La porta era di ferro battuto e oltre alla targa stessa mostrava messaggi e immagini ostili, con un chiaro invito a rinunciare e a tornarsene indietro.
La terza e ultima porta, pensata per tutti gli altri, era di recente costruzione, una novità del momento. Portava i colori della bandiera del Paese ed era una di quelle che vanno di moda oggi, che sembrano di legno ma non lo sono. Perché l’apparenza è tutto, oggigiorno, soprattutto per alcuni Governi.
Sulla targa c’era scritto: ingresso riservato ai cittadini provenienti da nazioni “sicure”. P.S.: acquistare alla cassa una marca da bollo da cinquemila euro.
Ciò malgrado, perplesso sul da farsi e privo di ulteriori spiegazioni, come è sempre stato ti saresti rivolto all’usciere per capire meglio quale fosse la porta giusta per te.
Quest’ultimo ti avrebbe risposto con uno sguardo di compassione mista a disincanto: “Ascolta, alla fine della fiera, sono tutte uguali, perché qualunque ingresso tu scelga, per arrivare dove desideri, devi pagare qualcuno, oppure ottenere un prestito da qualcun altro. E lì sono altri guai, ecco.”
“E a chi mi rivolgo per entrambi?”
“Semplice: a uno come te senza alcun interesse ad arrivare da qualche parte, a una banca o a degli strozzini molto meno istituzionali, alle mafie legalizzate e non, e ora anche al Governo che in pratica finge di dichiarare guerra a se stesso. Ma alla prova dei fatti, sono tutti trafficanti di esseri umani...”

Guarda, leggi e ascolta altro su immigrazione e persone migranti

Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email