Le nuove vie dell'inferno

Storie e Notizie N. 2195

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C’era una volta la legittima difesa.
La difesa dall’offesa, punto.
Non c’è nulla dopo quest’ultimo, altrimenti è un’altra storia.
La nostra.
Quella in cui gli USA, la nazione che ormai da un secolo esporta la propria personalissima idea di democrazia nel mondo, hanno essi stessi per primi stravolto del tutto l’originale definizione.
Quella che per legge prevede, in base a interessi commerciali incoraggia e secondo sudici interessi politici alimenta, che ogni cittadino sia libero di procurarsi la propria dotazione di armi di sterminio di massa.
Per difendersi da tutti gli altri e perché è suo diritto farlo.
Lo recita il famoso secondo emendamento, il quale nel momento peggiore si ode lamentoso nel vento mescolato con il pianto di chi ha visto i propri cari uccisi in tempo di pace, e si intona in maniera bizzarra con il gaudente salmo dei ricchi fabbricanti d’armi.
Negli Stati Uniti è accaduto ormai una quantità di volte che dovrebbe risultare assordante come gli improvvisi spari che generano terrore e morte.
È accaduto mercoledì sera, nel Maine, dove sono morte 18 persone innocenti e 13 sono state ferite. Tanto, anche stavolta la spiegazione che fa comodo a tutti gli attori interessati, nel senso che traggono profitto a fine mese da ogni tipo di interesse, è bell’e pronta: la follia. L’assassino è un malato di mente, state tranquilli, quindi. E tornate a difendervi.
Il problema, ovvero la tragedia, è che tale travisamento del concetto primigenio in buona parte del mondo è ormai il fulcro della relazione con l’altro. Si legga pure come tutto ciò che non siamo noi, in breve, io.
L’altro è diventato per una altrettanto aberrante definizione qualcuno da cui difendersi.
A priori.
A maggior ragione se rientra in categorie di umani ulteriormente caricate di pregiudiziali significati che evocano paure e angosce prive di fondamento.
Gli stranieri e le persone migranti, ma anche gli sconosciuti, coloro che vengono da un’altra cultura, città, quartiere. Perfino quelli del palazzo di fronte e, sempre più spesso, gli inquilini del piano di sopra o di sotto.
Ormai è questa la più diffusa modalità con cui immaginiamo, senza alcun criterio di realtà, il prossimo oltre la soglia del nostro ridotto spazio vitale.
Ecco perché non dovremmo sorprenderci di fronte all’orrore che stanno mettendo in atto intere nazioni in nome di tale deformata idea di protezione di se stessi.
Di conseguenza, anche i proverbi del passato necessitano un coerente aggiornamento, alla stregua dell’arredamento del luogo di dannazione per antonomasia.
Poiché questa è l’epoca in cui le vie dell’inferno sono lastricate di diritti di difendersi

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