Maltempo e Protezione civile spiegati ai bambini

Storie e Notizie N. 2196

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C’era una volta la Protezione civile, così comincia il racconto di un padre a sua figlia. Quest’ultima, dato che la scuola è stata chiusa a causa del maltempo che colpisce il paese – come recitano i titoli sulla stampa, tra differenti giornali e quotidiani – di recente ha sentito nominare spesso la suddetta definizione.
La bambina ha 6 anni e fa la prima elementare. Necessita quindi di spiegazioni approfondite, malgrado le apparenze, ma semplici, senza troppe chiacchiere, a cominciare dalle parole.
“Protezione” la capisci da te, inizia il genitore appena tornato a casa dal lavoro, mentre “civile” vuol dire che riguarda tutti i cittadini. Si tratta quindi della comunità dei cittadini di una nazione che si occupa della protezione di tutti.
La figlia annuisce e l’uomo è ottimista sul fatto di riuscire ad arrivare alla fine con successo. Di lavoro non fa il maestro, ma ha il cellulare a portata di mano come sempre e internet è spesso il migliore amico dei papà che vogliono fare bella figura con le figlie. Quindi, leggendo dal sito ufficiale della stessa Protezione civile, prosegue: perlomeno idealmente esiste da poco dopo la nascita del Regno d’Italia, la quale risale al 1861. È il concetto secondo il quale la popolazione di un paese, di fronte a terremoti o altri disastri naturali, si impegna ad aiutare chi ha perso la casa o ha avuto altri tipi di gravi conseguenze. Proprio per quanto riguarda i terremoti nel 1919 il governo ha incaricato il Ministero dei lavori pubblici di dedicarsi in particolare a questo tipo di calamità. Chiaro fin qui?
La piccola annuisce di nuovo e, soprattutto, non si è distratta, buon segno.
Col tempo, oltre al governo stesso, è diventato sempre più indispensabile che anche la gente comune, volontariamente, si unisca ai soldati o i vigili del fuoco per offrire il proprio aiuto.
Perché la protezione civile è la protezione di noi tutti, fa la bambina, e tutti se ne devono occupare, giusto?
Esatto, è proprio così, approva il padre. Caspita, dice tra sé un secondo dopo, sono bravo, potrei farci un secondo lavoro come quei tizi là, gli influencer. Magari riuscirei ad ottenere qualche follower in più dei miei 18 compresa mia moglie e perfino mia suocera…
Comunque, continua il nostro ulteriormente appassionato, la definizione ufficiale di “protezione civile” viene introdotta nel 1970 e il compito di dirigere le operazioni di soccorso dei cittadini viene affidato al Ministero dell’interno.
Come si chiamava l’altro Ministero, papà? Domanda la figlia per non confondersi.
Il padre ricontrolla sul sito per non sbagliarsi e risponde: Ministero dei lavori pubblici. In ogni caso, vuol dire che era sempre il governo a guidare le operazioni, ecco.
Perfetto, papà. E poi?
A un tratto l’uomo si sente più nel ruolo di alunno che docente, ma la cosa lo diverte invece di agitarlo.
Il 1982 è la data ufficiale in cui nasce il Dipartimento della Protezione civile. Ovvero l’ufficio del governo che si deve occupare di proteggere noi tutti dalle varie disgrazie naturali.
Come il maltempo, papà?
Esatto.
La bambina aggrotta la fronte e l’uomo le chiede cosa c’è che non le torna.
Niente, va’ avanti papà. Arriviamo alla fine. E chiude il tutto con l’ennesimo sorriso. Il genitore non può fare a meno di accontentarla, danza che accade ormai in modo inevitabile fin dall’indimenticabile primo dolce disegno di quelle piccole labbra.
Dieci anni dopo, legge il genitore sul suddetto sito, viene alla luce il Servizio Nazionale della Protezione civile, il quale serve per proteggere le persone, i loro beni e l’ambiente dalle varie disgrazie naturali ma anche dal pericolo che possano accadere.
Tipo il maltempo, papà?
L’uomo si inquieta e avverte un gelido brivido sfrecciare lungo la spina dorsale, perché lo sguardo indagatorio della figlia è identico a quella della mamma quando gli chiede se ha fumato di nascosto al lavoro, cosa che la donna fa soltanto quando ciò è accaduto davvero, malgrado il consumo di una quantità industriale di deodoranti, mentine e gomme da masticare.
Sì, cara, tipo il maltempo. Concludo? Sembra quasi implorare.
Stesso sorriso di prima e ritorna di nuovo il sereno, malgrado pioggia e vento si stiano dando da fare per cercare di infrangere i vetri delle finestre.
Allora, per farla breve, gli uffici cambiano di nome, passando nel 1999 da Agenzia della Protezione civile per tornare a essere di nuovo un Dipartimento nel 2001 e nel 2005, ma il significato è sempre rimasto lo stesso: la comunità dei cittadini di una nazione che si occupa della...
...protezione di tutti, finisce la frase lei.
Esattamente così, piccoletta.
L’uomo chiude lo schermo del cellulare ed emettendo un sospiro quasi trionfante si rilassa appoggiando di nuovo le spalle sullo schienale della poltrona.
Papà…
Sì…?
Il padre è angosciato, perché capisce subito dal tono della bambina che c’è qualcosa di sbagliato o incompleto nella sua spiegazione. L’uomo sta quasi per confessare: “Sì, è vero, ho fumato durante la pausa, oggi…” Quando la figlia lo riporta di nuovo al punto dicendogli che in classe l’altro giorno le hanno comunicato che oggi le lezioni non ci sarebbero state perché la Protezione civile ha chiesto al governo di chiudere la scuola a causa del maltempo. C’è scritto pure nell’avviso sul diario, chiarisce come ulteriore conferma.
Certo, fa il papà, il quale ancora non riesce a intuire dove sia l’inghippo, e – forse – questa è una parte fondamentale del problema a monte.
È stato giusto, aggiunge dando la sua approvazione.
Sì, concorda la bambina, ma qualche settimana fa la maestra ci ha detto che il maltempo terribile di questi ultimi anni è causato dall’umanità con il suo comportamento… come ha detto?
Sbagliato? Ipotizza il padre, malgrado brancoli ancora nel buio.
No, scellerato. Ha detto così.
Ha detto bene, approva anche questo il padre.
Okay, papà, ma io sono molto confusa, sai?
Perché tesoro mio?
Perché quello che non capisco è se la Protezione civile si occupa della protezione di noi tutti, dato che il maltempo terribile di questi ultimi anni è causato dall’umanità, come fa il Dipartimento, cioè la comunità dei cittadini di una nazione, come hai detto tu, a proteggere se stessa quando la colpa è sua?

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