Se i Palestinesi non esistessero

Storie e Notizie N. 2193

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C’era una volta lo scenario ideale per tutte le guerre dell’uno contro l’altro. Ovviamente da un unico punto di vista tra i due: se l’uno, o l’altro, non fossero mai esistiti.
Lo so, sembra incredibilmente banale come ragionamento, ma vi prego di assecondarmi. Perché a mio modesto parere il finale non lo è affatto. Tanto quanto non lo è la realtà, là fuori.
Quindi, ad esempio, se non esistessero la Russia o l’Ucraina, per essere attuali, gli interessati non dovrebbero operare la tragica conta dei morti nei rispettivi schieramenti e ciò fa tutta la differenza del mondo. Di certo quest’ultima non è banale ed è la principale, presumo, giacché mettersi nei panni di chiunque tra i contendenti abbia perso la vita o una persona cara, soprattutto tra le file dei civili, è l’unico modo sensato per “schierarsi” e magari provare a dire o fare qualcosa di minimamente utile.
Prendiamo allora l’ennesima escalation del conflitto tra il governo di Israele e Hamas, giammai tra la maggioranza dei cittadini israeliani e di quelli palestinesi, malgrado la guerra venga spesso e volentieri descritta, narrata e immaginata tra questi ultimi. Ecco, facendo nostra tale superficiale generalizzazione, ipotizziamo un universo alternativo applicando l’ingenuo assunto nell’incipit: se i palestinesi non esistessero.
Be’, se i palestinesi non esistessero non esisterebbero quelli di Hamas.
Se Hamas non fosse stata fondata 35 anni fa, da allora non ci sarebbero stati i razzi e gli attentati di quest’ultima ai danni dei cittadini israeliani, che nell’ultimo conflitto hanno causato finora la morte di 1400 persone, nonché 5132 feriti e più di 200 prigionieri rapiti.
Se non ci fossero stati i razzi e gli attentati, il governo di Israele non avrebbe avuto la necessità di esercitare in modo incredibilmente violento e sanguinoso il proprio diritto a difendersi, che in questi giorni ha visto morire 5791 palestinesi, salire i feriti a 16.297 e i dispersi a 1550.
Se Israele non avesse esercitato in modo incredibilmente violento e sanguinoso il proprio diritto a difendersi, nessuno al mondo avrebbe avuto qualche motivo, giustificato o meno – nonostante le crudeli barbarie dei terroristi di Hamas – per criticare le azioni del suo governo. Perlomeno in questo specifico caso, ecco.
Se nessuno al mondo, in questo specifico caso, avesse avuto qualche motivo, giustificato o meno, per criticare le azioni del governo di Israele, altrettanto nessuno sarebbe stato accusato di essere antisemita, per poi venire al meglio censurato, al peggio, arrestato.
Se sempre in questo specifico caso o simili, non esistendo peraltro i palestinesi, nessuno al mondo fosse imputabile di comportarsi in modo antisemita, allora chiunque al mondo potrebbe fare delle critiche all’attuale governo israeliano su qualsiasi argomento, senza per questo temere ritorsioni di alcun tipo.
Se allora chiunque al mondo potesse fare delle critiche all’attuale governo guidato da Benjamin Netanyahu, per esempio sulla sua democraticità, sulla sua trasparenza, sulla sua onestà, sul suo reale interesse nella pace tra i popoli, tuttavia, credo che il nostro immaginario assunto iniziale non sarebbe sufficiente.
Difatti, a causa di quella terrificante macchia sul curriculum dell’umanità che è stata la Shoah, è assai probabile che i detrattori del governo israeliano verrebbero comunque tacciati di essere antisemiti. E, diciamola tutta, avendo Israele quale migliore amico i potenti Stati Uniti, il rischio di essere censurati, o al peggio arrestati, in tutto il mondo in cui questi ultimi esercitano con forza la propria influenza, sarebbe comunque molto alto.
D’altra parte, se i palestinesi non esistessero, non ci sarebbe il conflitto di cui sopra e quelli che l’hanno preceduto. Di conseguenza, i cittadini israeliani non avrebbero avvertito l’urgente bisogno di avere a capo del proprio governo per 16 anni, il periodo più lungo della propria storia, un leader così ossessionato dagli investimenti nella sicurezza e nell’industria militare a scapito di tutto il resto e dal potere assoluto nelle proprie mani, al punto da venire definito una sorta di dittatore.
Quindi, se i palestinesi non esistessero, malgrado tale premessa suoni in modo orribile, potremmo affermare che i cittadini di Israele avrebbero oggi un governo migliore. Se non altro, più democratico e pacifico.
Anche perché, se i palestinesi non esistessero, gli USA non dovrebbero rifornire continuamente di armi il governo israeliano. E magari quest’ultimo sarebbe molto più tollerato dal mondo arabo, perfino quello più integralista.
Potremmo addirittura aggiungere che gli americani stessi, per tale motivo, sarebbero meno criticati all’estero, e perfino all’interno dei propri confini.
In conclusione - malgrado sia opportuno ricordare di nuovo che il conflitto in oggetto è tra il governo di Israele e Hamas, non tra la maggior parte della popolazione israeliana e di quella palestinese -, se lo scenario fin qui immaginato fosse reale, non ci sarebbero centinaia di scomode quanto sgradite risoluzioni delle Nazioni Unite a imbarazzare e scandalizzare; non avverrebbero sgradite manifestazioni di piazza e dichiarazioni scomode, subito dopo ritrattate per non perdere followers e occasioni di lavoro; artisti che si rifiutano di venire a esibirsi e personaggi più o meno noti che, pur di sfruttare l’occasione favorevole, si sentono in dovere di rivendicare le proprie simpatie per il fronte in vantaggio nella guerra.
Ecco quindi il finale di questa breve amara storia. Magari fosse banale e ingenuo come l’inizio. Perché è sufficiente ritornare alla fredda e inopinabile conta dei morti, dall’inizio di questa maledetta guerra a oggi, per capire che “se i palestinesi non esistessero” è sempre stato per i probabili vincitori e i loro sostenitori nel mondo l’unica condizione accettabile senza se e senza ma.
Per vivere in pace...

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