Specchio riflesso antisemitismo contro il New York Times

Storie e Notizie N. 2210

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C’era una volta lo specchio riflesso.
Non il gioco, bensì l’infantile ultimo rimedio di un tempo per contrastare le contese verbali dell’avversario di turno. All’eventuale epiteto, non sapendo più cosa rispondere, si esclamava: “Specchio riflesso, chi lo dice sa di esserlo”, rimandando l’offesa al mittente. Oppure: “Specchio riflesso, buttati nel cesso”, al quale si poteva replicare con: “Il cesso è occupato e tu sei fregato”. La cosa avrebbe potuto addirittura proseguire in modo ulteriormente puerile, con la speranza di avere l’ultima parola.
Già, l’ultima parola è lo scopo di quasi tutti i contendenti, soprattutto coloro i quali non hanno creduto neanche per un secondo a un’eventuale tregua.
E allora, per provare a sdrammatizzare una delle diatribe più svilite negli ultimi decenni, nonostante l’urgenza di affrontare al contrario una discussione lucida, approfondita e soprattutto intellettualmente onesta, vi propongo un ennesimo paradossale dialogo.
“Oh, hai letto l’ultima notizia?” faccio convinto che sia una di quelle importanti. “Pare che Israele sapesse già da un anno dell’attacco di Hamas. I funzionari israeliani avevano ottenuto il piano di battaglia dell’ottobre scorso. Si parla in esso di 7 attacchi terroristici ideati più di un anno fa, con documenti, e-mail e interviste. Ma i funzionari militari e di intelligence israeliani respinsero il piano considerandolo una mera aspirazione, ritenendo l’azione troppo difficile per loro. Ciò nonostante, il documento di circa 40 pagine, che le autorità israeliane hanno chiamato in codice “Jericho Wall”, delinea punto per punto esattamente il tipo di devastante attacco che ha portato alla sciagura.”
“Antisemita” fa l’altro con notevole prontezza.
“Io? Ma no, mica è una mia idea, l’ho solo letto su internet.”
“Antisemita” ripete l’altro senza scomporsi.
“Internet è antisemita? Ma internet siamo tutti noi connessi, scusa. Così, lo sei anche tu, allora. Intendo che l’ho letto su Google News.”
“Antisemita.”
“Google antisemita? Eh dai, è un colosso della comunicazione, una vera e propria multinazionale di ogni tipo di informazione. Quella gente non ha un orientamento definito, traggono profitto grazie a ciascuno di essi. Dicevo che l’ho letto nella sezione dedicata alle notizie del giorno.”
“Antisemita”, ribatte come un disco monocorde, più che rotto.
“Cosa? La sezione delle notizie? Ma c’è ogni tipo di roba, su qualsiasi argomento. È solo una rubrica generica sulle notizie dal mondo, se vuoi saperlo. Come fa a scegliere una posizione o l’altra? C’è tutto e il contrario di tutto. E tra le varie notizie ho letto l’articolo.”
“Antisemita.”
“L’articolo dici? Ma è stato riportato da quasi tutti i quotidiani. C’è tutta la stampa nazionale e internazionale.”
“Antisemita.”
“Tutta la stampa del mondo? Non credi di esagerare? In ogni caso, se la vuoi sapere tutta, si tratta del risultato di un’inchiesta del New York Times, mica robetta.”
“Antisemita.”
“Il New York Times antisemita? Ma sei fuori? A parte che stiamo parlando di uno dei principali quotidiani degli Stati Uniti, oltre che del mondo. Adesso anche gli USA sono diventati antisemiti? E poi leggo che l’attuale direttore Joseph Kahn…”
“Antisemita.”
“Macché? Se mi fai finire, c’è scritto che è di origini ebree. Casomai, dovresti concentrare le tue accuse su chi ha scritto l’articolo…”
“Antisemita.”
“Ecco… non so come dirtelo, ma la verità è che gli autori sono due, ovvero il noto giornalista israeliano Ronen Bergman, analista politico e militare per conto del principale quotidiano di Israele e nientemeno che Adam Goldman, due volte premio Pulitzer. Quindi oltre che autorevoli direi anche due soggetti insospettabili.”
L’altro resta finalmente interdetto per qualche secondo e poi, stringendo i pugni e riducendo gli occhi a due fessure, seppur con meno convinzione dall’inizio di questa conversazione, sibila di nuovo: “Antisemita.”
Lo guardo, sorrido, e memore del noto giochino di cui sopra, ribatto: “Tu e la tua testa ammuffita”.
Per quanto il mio comportamento sia stato indubbiamente demenziale, egli sembra incapace di replicare ed esulto. Perché ho trovato l’unico modo per avere l’ultima parola con persone che ragionano così.

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