Un solo cielo e due città sotto assedio

Storie e Notizie N. 2228

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C’era una volta una città di nome Geneina, nel Darfur, o forse due.
C’era altresì una volta il cielo.
E c’erano una volta entrambi.
Di città ce ne sono molte a questo mondo, ma il cielo dovrebbe essere uno e uguale per tutti, o almeno così raccontano. Lo dicono le parole, ancor prima che i fatti.
Al cielo ci si raccomanda con fiducia e speranza: che il cielo o chi per lui ci protegga, per amor del cielo, grazie al cielo e perfino il cielo sia lodato.
Ma per le città il discorso è del tutto diverso, giacché son fatte di mattoni e calce, vetro e metallo, ma soprattutto materia umana.
Ecco perché, ripeto, c’era una volta una città, anzi due.
Luoghi sotto assedio e controllati da eserciti per nulla interessati ai diritti dei più deboli.
Terre che sono ormai culle di violenza e morte, più che civiltà, contese e per questo funestate dall’ira degli stolti.
La guerra è una storia consueta, oltre che lunga da quelle parti e in entrambi in casi,  andando a ritroso nel tempo alla ricerca della radice di tutti i mali, c’entrano in qualche modo gli inglesi, tu guarda un po’ le coincidenze.
Altra analogia vuole che lo scontro avvenga tra popolazioni vicine, affini quanto sorelle per un’infinità di ragioni, e al contempo distanti per i soliti futili motivi etnici e religiosi.
Inoltre, tu pensa un po’ quanto si dimostri priva di immaginazione la nostra specie, per entrambe fa tutta la differenza del mondo l’essere arabi o meno.
Nondimeno, in comune hanno anche la sventura di fronteggiare il peggiore degli scenari, poiché in tutte e due le città gli abitanti sono costretti a sopravvivere tra i corpi in decomposizione di migliaia di morti.
Alcuni quartieri sono stati abbandonati tra le macerie e gli edifici recano segni di bruciature e fori di proiettile sui muri dovuti ai combattimenti, mentre altrettante migliaia di sfollati sono fuggite alla ricerca di un rifugio.
Ciò malgrado – forse uno degli aspetti più inquietanti di così orrendamente simili vicende – come se fosse ormai una situazione abituale, una bizzarra normalità è tornata nelle due città nonostante i recenti orrori. Nel mentre, in entrambe è stato sottolineato l’enorme numero di bambini senza casa, quasi tutti orfani.
Finché proveniente da lassù, da quel cielo di cui sopra, si è sentita tonante la voce delle Nazioni Unite, la quale ha definito gli stermini compiuti, oltre ad attacchi indiscriminati a siti civili come ospedali, mercati e campi per sfollati, dei veri e propri crimini di guerra.
Ciò è accaduto di recente per entrambe le città. Perché talvolta - anche se magari può servire a poco - il cielo conferma la tradizione e si dimostra uno e soprattutto uguale per tutti.
Al contempo, però, la voce dall’alto che maggiormente sarebbe anche adesso in grado di porre fine alle tragedie ai danni dell’ennesimo mondo di sotto, ovvero quella degli Stati Uniti, ha dichiarato formalmente che entrambe le parti in conflitto hanno compiuto crimini di guerra.
Il problema è che l’hanno fatto solo per una delle due città... quella con l’identica iniziale dell’altra, ma a differenza di quest’ultima priva di interesse politico o economico, o addirittura sacrificabile proprio per questo.
C’erano una volta due città, quindi.
Una si chiama Geneina ed è la capitale dello Stato sudanese del Darfur occidentale, vittima dell’ottusa guerra tra le forze armate sudanesi e gli arabi delle forze paramilitari di supporto rapido.
L’altra, be’, credo abbiate capito perfettamente di chi sto parlando...

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