Finiteli

Storie e Notizie N. 2242

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Finiteli!”, ha scritto questa settimana su un proiettile d’artiglieria Nikki Haley, l’ex candidata presidenziale repubblicana e ambasciatrice delle Nazioni Unite durante l’amministrazione Trump.
Finish them, precisamente in Inglese e che può riferirsi anche al genere femminile. Una lingua che per una miriade di motivi, alcuni deprecabili, è talvolta pure la nostra.
Il gesto ha suscitato indignazione e condanne, ma voglio pensare come lei, come loro.
Voglio essere ingenuo anch’io, ma fino in fondo, partendo giustappunto dall’interpretazione delle parole, le quali mi sono care per un’infinità di motivi.
Ascoltate, la Haley non si riferiva ai Palestinesi, bensì ai proiettili stessi. Ella, altrettanto ingenuamente, si auspicava l’esaurimento delle munizioni. In fondo è stata ambasciatrice delle Nazioni Unite, perbacco.
Non convince? Be’, allora vedrete che si riferiva ai discorsi d’odio, ipocrisia, e intrisi di disumanità e menzogne con cui si sta raccontando l’ennesimo capitolo di questa atavica tragedia. Finitela con questi discorsi, quindi.


Non regge? D’accordo, posso fare di meglio: l’ex contendente alle primarie della destra negli USA voleva inviare un messaggio in patria, invitando a terminare una volte per tutte le incomprensibili ragioni con cui Trump risulta ancora candidabile dopo l’ennesima condanna.
Si desidera qualcosa di più vicino a noi? Bene, allora l’ex governatrice della Carolina del Sud aveva come bersaglio coloro che dalle nostre parti insistono nel sedersi sistematicamente nel lato idiota, oltre che sbagliato, della Storia.
Cioè, abbiamo detto che la nostra è una pacifista, okay? Non è che i nostrani fan dell’uomo dai capelli arancioni intenda fisicamente terminarli, ma si augura semplicemente che la smettano una volta per tutte di sparare cazzate.
Ancora dubbiosi? Okay, allora vado a braccio, che ogni tanto ci si prende.
Finiteli quegli incubi a occhi aperti o chiusi, voi altri che pagate ogni giorno il prezzo più alto, perché la pace sta arrivando.
Finitele senza paura le scorte di cibo e acqua, perché gli aiuti cadranno come pioggia benedetta e i cattivi se ne andranno.
Tutti, stavolta.
Finiteli pure quei fazzoletti con cui invano asciugate l’ombra di lacrime esaurite da tempo, perché queste ultime torneranno, ma le ragioni saranno normali come quelle della gente che vi guarda da lontano.
Infine, finitele quelle urla di paura e dolore e soprattutto provate a far lo stesso con l’eco di queste ultime che probabilmente resterà per sempre, ma voi tentate comunque, perché da questa parte cercheremo di non metterci più del nostro a rendere ulteriormente terribile il ricordo.
In una parola sola, quanto ultima, finiteli.
È ciò che ha scritto Nikki Haley, un tempo rivale dell’ennesimo criminale che vuol sedere in testa al treno che guida tutti gli altri, ma "restiamo ingenui" come loro e pensiamo ad altro che non siano i Palestinesi.
Perché altrimenti come si potrebbe negare che non si tratti di un genocidio?

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