Un soggetto pericoloso

Storie e Notizie N. 2267

Ho sempre visto il teatro, ovvero la scrittura drammaturgica, come il modo ideale per liberare l'attualità dai dettagli inutili o fuorvianti, mettere in risalto l’essenza delle cose e provare a dare una risposta alle domande più urgenti.
Prendiamone una non a caso: perché Elmasry è stato arrestato e poco dopo scarcerato?
Sulla testa di Osama Elmasry Njeem Habish, capo della polizia giudiziaria libica e responsabile della prigione di Mitiga, a Tripoli, pende un mandato di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità.
Eppure, dopo neanche due giorni dall’arresto è stato rilasciato, permettendogli il ritorno in Libia, dove peraltro è stato festeggiato calorosamente con cori di scherno verso il nostro Paese.
Dopo le inevitabili sollecitazioni dell’opposizione e della Corte Penale Internazionale, secondo la quale l’incapacità dell’Italia di consegnarle il sospetto libico è una violazione dell’obbligo dello Statuto di Roma, la risposta alla suddetta domanda da parte del Ministro dell’Interno Piantedosi è stata: “È stato espulso perché soggetto pericoloso.”
Ebbene, io credo che il Ministro, parlando a nome dell’intero esecutivo, abbia detto la verità. Forse più di quanto si creda.
A sostegno di quanto affermo, viene proprio la scrittura teatrale di cui parlo nell’incipit. In particolare quella che tra il ‘400 e il ‘500 proponeva le morality plays, di cui Everyman è considerato il capolavoro. Anni fa feci uno spettacolo avvalendomene ed è stata un’esperienza davvero interessante.
Nelle morality plays i personaggi sono rappresentati da valori, vizi, temi esistenziali o simbolici, e danno vita a una sorta di parabola allegorica che in qualche modo si dimostra in grado di far luce sui fatti e arrivare alla sopra citata essenza.
Nel nostro caso, penso sia evidente intuire chi sia chi. Ci proviamo? Okay, si va in scena:


Un bel giorno giunge da molto lontano nel Regno un uomo crudele che ha compiuto delle azioni terribili che porta il nome di Tortura.
Ordine Pubblico lo viene a sapere e lo arresta.
Tribunale dell’uomo è informato della cosa e ne chiede conto al Regno, giacché vorrebbe processarlo.
Regno dovrebbe farlo, eppure ordina a Giustizia di liberare Tortura, il quale si allontana e va a celebrare nella sua terra il fatto di averla fatta franca.
Tribunale dell’uomo esige spiegazioni.
Ordine Pubblico dichiara che Tortura è stato allontanato perché pericoloso.
A questo punto, di solito, nelle morality play dovrebbe apparire l’uomo qualunque, l’Everyman, ma nel nostro caso avvaliamoci di un generico Popolo, che in qualche modo dovrebbe rappresentare chi si interroghi con insistenza sui fatti del mondo.
Popolo riflette: Tortura ha avuto come vittime, finora, quegli stessi disgraziati che da tempo vengono espulsi dal Regno attraverso Giustizia e Ordine Pubblico.
Tortura è sicuramente pericoloso per costoro, ma essendo altrettanto osteggiati dal Regno, non v’è alcuna ragione che Ordine Pubblico consideri Tortura un pericolo per questo motivo.
Di conseguenza, Tortura è un pericolo per il Regno per altre ragioni.
Di sicuro non lo è per Popolo.
Il che vuol dire che il Regno lo ritiene un soggetto pericoloso per se stesso...

Ecco perché penso che Piantedosi abbia detto la verità e dovrebbe quindi rispondere a un’altra fondamentale domanda: perché un individuo accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, se rimane in Italia, è un pericolo per il nostro Governo?

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