Dov'è la violenza?

Storie e Notizie N. 2294

Come molti sanno, il 10 settembre 2025, mentre era sul palco della Utah Valley University di Orem, nello Utah, per un evento TPUSA, "The American Comeback Tour", Charlie Kirk è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, mentre Tyler Robinson è la persona accusata di aver compiuto l’attentato.

Nei giorni successivi all’omicidio, Donald Trump, Elon Musk, ma anche la Meloni e Salvini tra gli altri, hanno iniziato a diffondere tale messaggio: la violenza è a sinistra.
Da ciò, mi sono posto anch'io la seguente domanda: dov’è la violenza? Ovvero, da dove viene?

Ebbene, restando in tema di attentati terroristici, vediamo cosa ci dicono i numeri, che in questi casi servono sempre.

Negli Stati Uniti: La violenza estremista di destra è più frequente e più mortale della violenza di sinistra, è ciò che mostrano i dati.

Sulla base di analisi governative e indipendenti, la violenza estremista di destra è stata responsabile della stragrande maggioranza dei decessi, pari a circa il 75-80% delle morti per terrorismo interno degli Stati Uniti dal 2001.

Inoltre, credo sia interessante far notare alcune statistiche riguardo alle sparatorie negli USA: nelle 72 ore precedenti all'assassinio del volto della destra trumpiana ci sono state 175 sparatorie nel paese. A oggi nel 2025 sono più di 10mila gli americani uccisi da un'arma da fuoco.

Per quanto concerne l’Europa, i numeri sono decisamente minori rispetto agli USA e la maggioranza di attentati è di matrice etnonazionalista e separatista. Mentre i gruppi separatisti cercano di ritagliarsi uno Stato da un Paese più grande, o di annettere un territorio da un Paese a quello di un altro, il nazionalismo etnico, noto anche come etnonazionalismo, è una forma di nazionalismo in cui la nazione e la nazionalità sono definite in termini di etnia. Il principio centrale dei nazionalisti etnici è che "le nazioni sono definite da un patrimonio condiviso, che di solito include una lingua comune, una fede comune e un antenato etnico comune". Coloro che appartengono ad altre etnie possono essere classificati come cittadini di seconda classe. E di certo, tale visione del mondo non è mai stata tradizionalmente ascrivibile a un pensiero “di sinistra”, casomai l’opposto.

Veniamo all’Italia. Nel nostro Paese il terrorismo ha causato 283 morti dal 1978. Dal 1970 ci sono stati oltre 1.500 attacchi terroristici e nel periodo 77-78 il tragico picco: 531 attentati in due anni.

Per avere una visione più dettagliata, mi sono impegnato a stilare una cronologia dei principali attentati in Italia che hanno causato effettivamente delle vittime dal 1947 a oggi, indicando tra parentesi la matrice identificata come responsabile:
      
    • 1 maggio 1947 - Strage di Portella della Ginestra (Salvatore Giuliano, Brigantaggio) 
    • 19 agosto 1949 - Strage di Bellolampo (Salvatore Giuliano, Brigantaggio)
    • 29 ottobre 1949 - Strage di Melissa (Forze dell’ordine)
    • 7 luglio 1960 - Strage di Reggio Emilia (Forze dell’ordine)
    • 12 giugno 1961 - Notte dei fuochi (Comitato per la liberazione del Sudtirolo)
    • 30 giugno 1963 - Strage di Ciaculli (Attentato mafioso)
    • 9 settembre 1966 - Strage di Malga Sasso (Comitato di Liberazione del sud Tirolo)
    • 25 giugno 1967 - Strage di Cima Vallona (Comitato per la liberazione del Sudtirolo)
    • 12 dicembre 1969 - Strage di piazza Fontana (Ordine Nuovo)
    • 22 luglio 1970 - Strage di Gioia Tauro (Neofascisti)
    • 31 maggio 1972 - Strage di Peteano (Neofascisti)
    • 16 aprile 1973 - Rogo di Primavalle (Potere Operaio)
    • 17 maggio 1973 - Strage della Questura di Milano (Ordine Nuovo)
    • 17 dicembre 1973 - Attentato di Fiumicino del 1973 (Terroristi palestinesi)
    • 28 maggio 1974 - Strage di piazza della Loggia (Ordine Nuovo)
    • 17 giugno 1974 - Assalto alla sede del Movimento Sociale Italiano di Padova (Brigate Rosse)
    • 4 agosto 1974 - Strage dell'Italicus (Ordine Nero)
    • 13 marzo 1975 - Omicidio di Sergio Ramelli (Militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia)
    • 22 ottobre 1975 - Strage di Querceta ((Lotta Armata per il Comunismo)
    • 7 gennaio 1978 - Strage di Acca Larenzia (Militanti di estrema sinistra dei Comitati comunisti rivoluzionari)
    • 16 marzo - 9 maggio 1978 - Caso Moro (Brigate Rosse)
    • 24 gennaio 1979 - Omicidio di Guido Rossa (Brigate Rosse)
    • 8 gennaio 1980 - Strage di Via Schievano (Brigate Rosse)
    • 2 agosto 1980 - Strage di Bologna (Neofascisti)
    • 9 ottobre 1982 - Attentato alla sinagoga di Roma (terroristi collegati al Consiglio Rivoluzionario di al-Fatah di Abu Nidal)
    • 26 agosto 1982 - Strage di Salerno (Brigate Rosse)
    • 14 maggio 1983 - Strage del Cinema Eros (Neonazisti)
    • 23 dicembre 1984 - Strage del Rapido 904 (Attentato mafioso)
    • 2 aprile 1985 - Strage di Pizzolungo (Attentato mafioso)
    • 27 dicembre 1985 - Attentato di Fiumicino del 1985 (terroristi palestinesi legati a Abu Nidal)
    • 14 aprile 1988 - Attentato di Napoli (Armata Rossa Giapponese)
    • 16 aprile 1988 – Omicidio di Roberto Ruffilli (Brigate Rosse)
    • 12 marzo 1992 - Omicidio di Salvo Lima (Attentato mafioso)
    • 4 aprile 1992     - Omicidio di Giuliano Guazzelli (Attentato mafioso)
    • 19 luglio 1992 - Strage di via D'Amelio (Attentato mafioso)
    • 23 maggio 1992 - Strage di Capaci (Attentato mafioso)
    • 27 luglio 1992 - Omicidio di Giovanni Lizzio (Attentato mafioso)
    • 3 settembre 1982 - Strage di via Carini (Attentato mafioso)
    • 17 settembre 1992     Omicidio di Ignazio Salvo (Attentato mafioso)
    • 27 maggio 1993 - Strage di via dei Georgofili (Attentato mafioso)
    • 27 luglio 1993 - Strage di via Palestro (Attentato mafioso)
    • 16 agosto 1995 - Strage di Chilivani (Banditismo)
    • 20 maggio 1999 – Omicidio di Massimo D’Antona (Nuove Brigate Rosse)
    • 19 marzo 2002 – Omicidio di Marco Biagi (Nuove Brigate Rosse)
    • 2 marzo 2003 – Omicidio di Emanuele Petri (Nuove Brigate Rosse)
    • 18 settembre 2008 - Strage di Castel Volturno (Attentato mafioso)
    • 19 maggio 2012 - Attentato alla scuola di Brindisi (Caso isolato, motivi personali)
    • 3 febbraio 2018 - Attentato di Macerata (Motivazione razzista e xenofoba)
      

La lista può essere chiaramente migliorata, ma operando una suddivisione a senso, ecco, si contano 48 attentati, di cui 13 di stampo “mafioso”, 13 di “sinistra”, 8 di “destra, 2 a opera di Salvatore Giuliano - legato al fenomeno del Brigantaggio -, 2 per mano delle “forze dell’ordine”, 5 di matrice etnonazionalista e separatista, 3 legati al Conflitto israelo-palestinese e infine i 2 casi singoli dell’attentato alla scuola di Brindisi e quello di Macerata, con motivazioni statisticamente peculiari all’interno dell’intera cronologia.

Effettivamente, proseguendo con questa superficiale semplificazione, il numero di attentati “di sinistra” è superiore a quello delle aggressioni “di destra”. Nondimeno, l’evento che più ha causato vittime è la strage alla stazione di Bologna. Nella sala d’aspetto della stazione scoppiò un ordigno che causò la morte di 85 persone. I feriti furono 188. Mentre tra le stragi più sanguinarie, ci sono due attentati degli anni Ottanta: la strage del Rapido 904, di stampo mafioso e che costò la vita a 16 persone e l’attacco terroristico per mano palestinese a Fiumicino.

Provando a tirare le somme di quanto detto fin qui, letteralmente, i numeri ci suggeriscono qualcosa di inopinabile, ma a mio modesto parere, laddove si desideri identificare la natura, oltre che le cause, di qualcosa di così complesso, atavico e connaturato alle caratteristiche più profonde dell’essere umano come è in generale la violenza omicida ai danni dei propri simili, resto convinto di ciò che sostengono in molti, non ultimo lo storico e filosofo Yuval Noah Harari nel suo bel libro Nexus: gli umani fanno molta fatica a rammentare gli elenchi come quello sopracitato, o perfino quelli delle leggi e delle regole che hanno concordato di seguire per il bene comune. Al contempo, invece, dimostrano una memoria straordinaria con le storie. Quando ne ascoltiamo, o anche leggiamo, una che risulti abilmente convincente, la ricordiamo a lungo, se non per sempre.

I fatti, ovvero i numeri, sono fondamentali e ci dicono che Trump e i suoi mentono in modo a dir poco paradossale quando affermano che la violenza negli USA sia tutta a sinistra, così come non è vero in Europa. Neppure in assoluto in Italia, come è facile verificare non solo in base ai dati qui esposti.

Tuttavia, non voglio accettare neppure una narrazione che mi voglia convincere del contrario.
      

Chi racconta storie, che lo faccia come il sottoscritto con il teatro e la narrativa, o anche con le notizie dei giornali, i social network e, in generale, tramite il megafono conquistato attraverso la propria carriera politica, ha una incalcolabile responsabilità nella scelta di quale trama raccontare e con quali parole.

Ebbene, la mia scelta era, è e sarà sempre la seguente: la violenza è quando qualcuno fa del male a qualcun altro, punto. Chiunque sia. E quando ciò accade all’interno di una qualsivoglia comunità, riguardo alla domanda da dove essa provenga, a mio umile avviso sono chiamati a rispondere tutti coloro che ne facciano parte...

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