Nuove specie scoperte lucertole senza zampe: regno delle mancanze

Storie e Notizie N. 974

E’ notizia recente quella della scoperta di ben quattro nuove specie di lucertole. Il nome della new entry nel dizionario animale è A. Stebbinsi e vive tra le dune ad ovest dell’Aeroporto di Los Angeles. Tuttavia, il clamore nel mondo scientifico deriva dal fatto che queste lucertole sono prive di zampe.
Una delle interessate prova altrettanto stupore a riguardo e ci offre il seguente monologo…

Il regno delle sopravvalutate mancanze

Sì, capisco.

Capisco, sì.
E’ tipico ed è frequente sottolineare il di meno, con lo sguardo e il pensiero.
Più che mai rappresentandolo.
Allora, io sono una lucertola senza zampe.
Potrei essere un serpente, no?
Piccolo, me ne rendo conto.
Privo di veleno, d’accordo, un’altra mancanza.
Nondimeno, degno della considerazione del caso.
Perché si sa, pitoni e vipere, per non parlar del cobra, li temete.
Ma le lucertole, ah, le lucertole…
Sai, dice il tipo, da piccolo le tormentavo tagliandogli la coda.
Che birbante, fa l’altro bonariamente, e subito ad altro argomento.
Sì, capisco.
Capisco, sì.
E’ cosa comune ed è per questo accettabile additare i vuoti, ovvero i moncherini della normalità.
Ma, allora, perché non stare al gioco?
In questo modo il topo diviene un pipistrello senza ali.
E il ragno un granchio che non sa nuotare.
Il gatto è una tigre che non è mai cresciuta.
E il coniglio è un canguro nano.
La formica un mille piedi con meno zampe, molte di meno.
E lo squalo un pesce spada senza spada.
La gallina un gallo senza cresta.
E la leonessa un leone senza criniera.
Così via togliendo, con lo sguardo ossessivamente incollato a quell’assenza.
Sì, capisco.
Capisco, sì.
E’ un’abitudine ed è diffusa ovunque come un’epidemia virale.
Ma, allora, perché non cambiare gioco?
Non banalmente, d’accordo, barattando una fissazione con un’altra.
Per una volta, qui, ora, anche solo per il tempo di una breve storia, io non sono una lucertola senza gambe e neppure un serpente, entrambe mere ipotesi di verità.
Io sono una lucciola che ha donato la propria luce ad un bassotto accecato di ottusa gelosia perché innamorato di una barboncina che ha visto sulla pagina facebook della signora con cui vive, ignorando che le immagini in rete sono solo insiemi di sfocati bit.
Ecco il senza che ha valore per me. Sono una lucciola senza luce, l’unica e sola luce che avrei mai potuto avere dentro, in cambio del sorriso di una folle bestiola.
Ma per vedermi per come sono ce ne vuole altrettanta, di luce.
Quella della fantasia.
Sì, capisco.
Capisco, sì.
La fantasia è ciò che manca al regno delle sopravvalutate mancanze.