Violenza sulle donne: è colpa degli immigrati?
Il mio paese è veramente la terra delle contraddizioni, ormai ci ho fatto l’abitudine.
Uno spettacolo a dir poco vergognoso è andato in scena in questi ultimi mesi sui giornali e sui video di tutto il mondo, con il quale il nostro caro premier ha contribuito a diffondere ovunque un’immagine della donna italiana semplicemente squallida.
Chiara Volpato, professoressa ordinaria di psicologia sociale presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, scrive alla fine d’agosto un articolo sul New York Times dal titolo Le donne italiane si ribellano. Eccone alcuni stralci:
Il comportamento di Berlusconi è stato oltraggioso. Quando una studentessa gli ha chiesto un consiglio per le sue difficoltà finanziarie, lui le ha suggerito di sposare un uomo ricco come suo figlio.
Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, poco meno della metà delle donne in Italia hanno un lavoro…
Allo stesso tempo, gli uomini italiani hanno 80 minuti in più di tempo libero al giorno, la più grande differenza nei 18 paesi a confronto. Questo probabilmente spiega il tempo supplementare che le donne dedicano al lavoro non retribuito, come pulire la casa. Non c'è da stupirsi, quindi, che molte donne italiane non sono disposte ad assumere un ulteriore onere nell’allevare i figli. Come risultato, il paese ha un tasso di natalità estremamente basso.
I media italiani non fanno altro che aggravare questa triste realtà con la presentazione di un’immagine delle donne incomprensibile al resto d'Europa. Canali televisivi privati hanno iniziato a trasmettere immagini di donne che sono in genere succintamente abbigliate e bellezze silenziose che servono come decorazione, mentre vecchi, ben vestiti signori dirigono lo spettacolo.
L'impatto di anni di lavaggio del cervello è evidente: una recente ricerca ha dimostrato che l'ambizione più popolare tra le adolescenti è quello di diventare una velina (fondamentalmente una showgirl). Le giovani donne e ragazze hanno assimilato che i loro corpi, piuttosto che le loro abilità e la loro conoscenza, sono la chiave del successo. Allo stesso tempo, il sessismo raffigurato in TV rafforza idee scioviniste tra le parti culturalmente più deboli della popolazione.
Capita invece che Mara Carfagna - la quale è diventata Ministro per le pari opportunità giammai grazie alla sua carriera televisiva e alla sua avvenenza, bensì alla sua intelligenza e alla sue doti morali – presenzi in questi giorni alla Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne. Sono più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo, un dato "sempre in crescita in Europa a causa dell'immigrazione". Ha detto il ministro. Molti sono i tipi di sopruso che le donne subiscono in tutto il mondo: dalla violenza in famiglia "dove si consumano la maggior parte degli orrori, i cosiddetti reati d'onore, con 50mila donne uccise o suicide all'anno", alle molestie, gli stupri, "alla mercificazione del corpo della donna con la tratta delle schiave usate a scopo sessuale, dall'aborto selettivo all'acidificazione, alle mutilazioni genitali femminili".
Immigrazione?
Ma come si fa ad affermare in Italia, oggi, una cosa del genere?
Posso capire che lo dicano, che so, in Svezia, in Islanda…
Probabilmente sarebbe una facile generalizzazione anche lì, ma da noi proprio non l'accetto.
E' veramente il colmo...
Ma il bello lo lascio per ultimo, come il dessert.
Nel 1979 le Nazioni Unite hanno adottato il Patto sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women).
Quasi tutti i paesi del mondo l’hanno sottoscritto, nonostante tutto anche l’Italia.
Ad oggi solo sei stati membri delle Nazioni Unite non hanno firmato: Iran, Nauru, Palau, Somalia, Sudan e Tonga.
I soliti Stati Uniti hanno dato la loro adesione ma non l’hanno ancora ratificato.
Ma c’è un altro stato che non ha voluto ancora firmare.
Si tratta del Vaticano.
Sarà per questo che si trova in Italia…