Pensioni 67 anni: vecchiacci disonesti ipocriti e bugiardi

Storie e Notizie N. 452

C’era una volta un paese vecchio.
Il paese era vecchio poiché abitato prevalentemente da vecchi.
Il paese vecchio, abitato prevalentemente da vecchi, era governato da vecchi.
Cioè, per essere schietti e precisi, il paese era governato da politici molto anziani e dalla dubbia moralità, che per comodità possiamo chiamare vecchiacci.
Il leader dei vecchiacci era coerentemente uno dei più attempati, settantacinque anni, e anche il più dissoluto tra loro.
Ora, c’è da dire che il paese vecchio, abitato prevalentemente da vecchi e governato da vecchiacci, era in realtà – se mi lasciate passare la facile metafora – tenuto per le palle dai creditori.
I creditori erano altri paesi, tutti meno vecchi del paese vecchio.
Un giorno i paesi creditori chiesero… no, diciamo le cose come stanno: ordinarono al vecchiaccio leader di far sì che gli abitanti del paese da lui governato andassero in pensione a 67 anni invece che a 65.
La maggior parte dei politici non obiettò. In fondo, quando il creditore esige il pagamento del debito il debitore non può fare a meno di obbedire o violare la legge e alcuni ricordarono che anche gli stessi paesi creditori, chi prima e chi dopo, avrebbero innalzato l’età pensionabile.
Gli unici politici che protestarono furono un settantenne e il suo partito, peraltro i più preziosi alleati del vecchiaccio leader, i quali un giorno sì e uno pure insultavano gli abitanti a sud del paese chiedendo di separarsi da tutti.
Un’immagine rassicurante, insomma.
Il conflitto tra i due, scoppiato intorno a quei due anni in più per andare in pensione, stava mettendo a rischio il governo del paese.
Ecco, questa era una parte della storia, quella che ufficialmente veniva raccontata ai cittadini del paese vecchio abitato prevalentemente da vecchi e governato da vecchiacci.
La parte più importante, che avrebbe cambiato del tutto il senso del racconto, veniva omessa: a quegli stessi vecchiacci, che chiedevano ai cittadini comuni il sacrificio della pensione a 67 anni e dopo un minimo di 40 anni di lavoro, spettava il cosiddetto vitalizio dopo solo 5 anni di mandato, a partire dal 65° anno di età e in alcuni casi anche dal 60esimo, con mensili tra i 2mila e 486 euro a un massimo di 7.460 euro, addirittura tre volte quello che percepivano i colleghi politici dei paesi creditori.
Unite le due parti e avrete la storia completa del paese vecchio, abitato prevalentemente da vecchi e governato da vecchiacci.
Vecchiacci disonesti, ipocriti e bugiardi


La Notizia (Dal Sole24ore): Sulle pensioni il muro di Bossi.