Riforma pensioni Monti 2011: Abramo e il paradiso

Prologo:

30 novembre 2011
Mompiano (Brescia): I carabinieri trovano nella casa del vice presidente del Consiglio regionale, Franco Nicoli Cristiani (Pdl) 100 mila euro, in pezzi da 500, riconducibili a una presunta tangente consegnatagli da Pierluca Locatelli, imprenditore attivo nello smaltimento dei rifiuti.
Reggio Calabria: Vincenzo Giglio, presidente di Corte d'Assise e docente di diritto penale, è stato arrestato con l'accusa di corruzione e favoreggiamento personale nei confronti di un esponente di un clan, al fine di agevolare le attività della 'ndrangheta. Arrestati tra gli altri anche un componente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Morelli (Pdl), Vincenzo Minasi, avvocato di Palmi con studi legali a Milano e Como e Luigi Mongelli, maresciallo-capo della Guardia di Finanza.

Storie e Notizie N. 478

C’era una volta il sacrificio.
Il sacrificio deriva dalla parola latina sacrificium, composta a sua volta da sacer e facere, ovvero rendere sacro.
Per i Latini, quindi, sacrificare qualcosa o qualcuno significava fargli dono della sacralità, innalzandolo dalla condizione terrena a quella divina.
Al tempo dei Romani l’autorità, un pater familias o un magistrato, uccideva nel tempio animali opportunamente addobbati con nastri colorati per ingraziarsi le divinità, ad esempio per favorire i raccolti.
Il sacrificio, con questa interpretazione prettamente religiosa, è presente nella maggior parte delle fedi, dal cristianesimo all’ebraismo, dal buddismo all’islam.
Col passare del tempo, sacrificare è divenuta una pratica non unicamente legata alla sfera dei devoti, trasformandosi nell’accezione generale nella perdita o rinuncia a qualcosa.
Non è un’azione facile da compiere, nessuno accetta volentieri di privarsi di qualcosa a cui tiene.
Perché il punto è questo, eh? Se uno non ci tiene, che sacrificio è?
Adesso io non sono molto ferrato in materia, ma nel vecchio testamento dio chiede ad Abramo di sacrificare suo figlio Isacco, mica roba da niente. E’ banale, non credo che avrebbe avuto lo stesso effetto se gli avesse chiesto, che so, di tagliarsi la barba.
Quindi sacrificio corrisponde alla perdita o la rinuncia a qualcosa di importante, come un figlio.
Il perché dio chieda tanto ad Abramo è altrettanto significativo: per metterlo alla prova, per testare la sua fede.
Ora, chiedo ai credenti in ascolto, soprattutto quelli particolarmente ortodossi – con i quali mi scuso per le eventuali imprecisioni e peccati vari – di assecondare le seguenti eresie, fatemi arrivare alla fine.
Mettiamo che dio avesse avuto bisogno di 20 miliardi di euro per ottenere il pareggio di bilancio entro il 2013.
Sì, lo so che non c’erano gli euro, che la vicenda si svolge molto prima del 2013 e che dio ha già tutto e non ha bisogno di nulla, vi chiedo un po’ di elasticità, su.
A sentire dio, poi, quei soldi mica gli servono per lui ma per la comunità, perché altrimenti il paradiso andrebbe in default.
E cosa fa dio? Si guarda in giro, anzi, guarda in basso e punta Abramo.
“Abramo…” esclama con voce tonante.
“Porc…” salta su l’interessato, rischiando l’infarto. “Sì…? Che c’è, mio signore?”
Era di spalle, tutto qui, e difatti dio non se la prende per la quasi mala parola.
“Abramo”, prosegue dio, “servono 20 miliardi di euro, altrimenti il paradiso va in default. Perciò devi fare un sacrificio.”
“Un altro?”
“Sappi che non andrai in pensione dopo 40 anni di lavoro.”
“Ah no?”
“No, dopo 41, forse 42 o 43 anni.”
“Va bene… ma…”
Ma che? Osi forse protestare contro il tuo creatore?!”
“No… è che ho letto che i disonesti e i corrotti rubano ogni anno 330 miliardi di euro.”
“E allora?”
“Non sarebbe più giusto farlo fare a loro, il sacrificio?”
“Abramo!” urla dio fissandolo con sguardo severo, emettendo lampi e saette dalla bianca chioma cotonata. Ricorda, non guardare la patrimoniale negli occhi del ricco, quando hai uno spread nel culo.”
“Hai detto la parolaccia!”
“Culo non è una parolaccia.”
“E da quando?”
“Da oggi. Era nella circolare. Ci tieni ad andare in paradiso alla tua morte, sì?”
“Sì, d’accordo…” fa Abramo, e se ne torna mesto a pascolare le pecore.
“Che è successo, papà?” gli chiede più tardi Isacco.
“Niente, la solita storia. Per guadagnarci il paradiso quello lì continua a chiederci sacrifici. Eppure certe volte ho come l’impressione di essere preso per il culo.”
“Papà, hai detto la parolaccia!”
“Culo non è una parolaccia, non hai letto la circolare?”
“No… ma papà…”
“Sì?”
“E se il paradiso non esiste?”
“Be’, allora quello con cui ho parlato prima non è dio e io sono un coglione…”

La Notizia (Rassegna.it): L'illegalità costa all'Italia 330 miliardi l'anno.