Unesco Usa: dittatori con Palestina, democratici senza

Storie e Notizie N. 458

C’era una volta una nazione che molti, nel nostro paese, chiamavano la più grande democrazia del mondo.
La più grande democrazia del mondo faceva parte di un’organizzazione formata da paesi che lavoravano per migliorare la collaborazione nelle aree dell'istruzione, scienza, cultura e comunicazione e che avevano sottoscritto un’importante contratto: la Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani.
Un accordo fondamentale, soprattutto per i paesi più poveri, quasi… anzi, senza quasi, da sempre resi tali da nazioni ricche e approfittatrici.
Che so, per comprenderne gli scopi, bastava leggere il paragrafo c dell’articolo 2: promuovere il rispetto per la dignità umana e proteggere i diritti umani, assicurando il rispetto per la vita degli esseri umani, nonché le libertà fondamentali, in conformità con il diritto internazionale dei diritti umani, o il paragrafo f: promuovere un accesso equo agli sviluppi della medicina, della scienza e della tecnologia, così come lo scambio maggiore possibile e la rapida diffusione delle conoscenze riguardo a tali sviluppi, e la condivisione dei benefici che ne derivano, con particolare attenzione ai bisogni dei paesi in via di sviluppo.
Era sufficiente dare un’occhiata all’articolo 10: si deve rispettare la fondamentale uguaglianza di tutti gli esseri umani in dignità e diritti, così che tutti siano trattati in modo giusto ed equo.
O soffermarsi su un unico articolo, il 14esimo: 1 La promozione della salute e dello sviluppo sociale per il proprio popolo è una finalità centrale dei governi e condivisa da tutti i settori della società. 2. Considerato che il godimento del più alto standard possibile di salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano, senza distinzioni di razza, religione, credo politico, condizione economica e sociale, il progresso scientifico e tecnologico deve favorire:
a) l'accesso ad un trattamento sanitario di qualità e alle medicine essenziali, specialmente per la salute delle donne e dei bambini, perché la salute è essenziale alla vita stessa e deve essere considerata un bene sociale e umano;
b) l'accesso ad un adeguato nutrimento e all'acqua;
c) il miglioramento delle condizioni di vita e dell'ambiente;
d) l'eliminazione dell'emarginazione e dell'esclusione delle persone in base a qualsiasi motivo;
e) la riduzione della povertà e dell'analfabetismo.
Il 31 ottobre 2011 i paesi ammisero tra loro un’altra nazione, in seguito ad una regolare votazione democratica. La più grande democrazia del mondo, come reazione a ciò, annunciò di voler tagliare i fondi all’organizzazione, circa il 20% della somma di cui normalmente disponeva mensilmente per realizzare gli scopi sopra elencati.
Da cui una banalissima domanda: ma siamo proprio sicuri che la più grande democrazia del mondo fosse un paese democratico?



La Notizia (Washington Post): UNESCO ammette la Palestina, gli Stati Uniti tagliano i finanziamenti.