Sciopero Tir 2012: metafora Italiano medio

Storie e Notizie N. 516

L’Italiano medio è come l’autista di un Tir.
Come l’autista di un Tir che non si ferma mai.
Quasi mai.
E corre, corre sempre, con il vento e con la pioggia, con la nebbia e con la neve, con i fulmini e con la grandine.
Sai che sta arrivando, perché lo vedi avanzare minaccioso nel tuo specchietto retrovisore.
Sai che ti è vicino, perché senti il suo terribile clacson che urla nelle orecchie.
E sai che se ne è andato, perché ti ha sorpassato riempiendoti di polvere e magari spedito fuori strada.
Solo in quel momento ti capita di riflettere sul fatto che è il Tir a spaventarti, non l’autista.
Solo in quell’attimo capisci che l’autista è un uomo come te.
Ha solo una macchina più grande.

Perché l’Italiano medio è come l’autista di un Tir, come l’autista di un Tir che non si ferma mai, quasi mai.
E corre, deve correre, vuole correre e non si ferma nemmeno per dare un passaggio.
Una volta sì, ma oggi…
E perché dovrebbe far salire a bordo l’immigrato clandestino ruba lavoro stupra bianche terrorista spacciatore?
Perché dovrebbe far salire a bordo la zecca comunista perdigiorno sfaticato squatter parassita?
Perché dovrebbe far salire a bordo quei giovinastri falliti mammoni bamboccioni drogati senza futuro?
Così ti sfreccia accanto, per poco non ti manda fuori strada ma riesci a vederlo oltre il finestrino.
Solo in quel momento ti rendi conto che l’autista del Tir è un uomo come te con una macchina più grande.

L’autista di un Tir è come l’Italiano medio e come l’Italiano medio non si ferma mai, quasi mai.
Ciò che conta è avere strada all’orizzonte, il poster con la pornostar sulla destra e quello con il goleador sulla sinistra.
Poi si accorge che aumenta la benzina e allora sì che si ferma.
Perché l’Italiano medio ha bisogno della benzina più dell’aria stessa.
Perché senza benzina non può continuare a correre senza guardarsi indietro, con la sua grande macchina.
Senza pensare neanche per un istante al fatto che se avesse dato qualche passaggio in più e corso di meno forse avrebbe compreso che se la benzina aumenta è anche perché continua a fregarsene di chi è rimasto a piedi, di chi non ce l’ha proprio la macchina, né piccola e tantomeno grande, di chi è una vita che viene truffato, sfruttato, violentato e ignorato.
Perché non esiste il movimento dei poveri e dei disgraziati, dei disoccupati e degli emarginati.
Perché se scioperano a chi danno fastidio?

La Notizia (Corriere della sera): Asti, investito autista tir: morto 46enne.