Santuario artico al Polo Nord file chilometriche all'ingresso

Storie e Notizie N. 1080

Leggo che anche il Parlamento Europeo dichiara di appoggiare la campagna Save the Arctic di Greenpeace, approvando di fatto una risoluzione a sostegno della creazione al Polo Nord di una sorta di Santuario artico, un’area protetta dove le attività delle compagnie petrolifere e la pesca industriale siano vietate.
La notizia fa il giro del mondo in breve tempo e le conseguenze sono inaspettate.
Perlomeno in questa storia…

File chilometriche.
Di barche, mezzi improvvisati, di zattere malferme e gommoni alla bisogna.
Ben gonfiati o meno, basta che sufficienti a raggiungerlo.
Il santuario.
Artico fa poca differenza, in ultima analisi.
E neppure l’aggettivo qualificante, in effetti.
Santo.
No, quel che conta è la natura del medesimo.
Nessun petrolio, per voi.
Qui non entrate più.
Voi che per il greggio fareste di tutto.
Perfino donare pace e democrazia a chi aveva già qualcosa di molto più importante.
La vita.
E se allora questo vuol dir santo, che siano benedetti i santi di questo mondo.
Soprattutto i posti che tali sono.
Naturalmente per le mere ragioni valide in questo racconto.

File chilometriche da ovunque.
Da ogni luogo ove la gente continua a maledire il giorno, anzi, no, il secondo esatto in cui la natura ha detto sì.
La terra ha fatto lo stesso.
E le creature di passaggio, esattamente in quell’attimo, hanno dato la medesima risposta.
Sì, nascondete pure l’oro nero sotto questa terra, cari dei, alieni, dio bianco con la barba del medesimo colore o chiunque tu sia, signore del caso.
Tanto, che male ci farà?
Un peccato, è un vero peccato che nell’istante in cui furono distribuite le cosiddette ricchezze del pianeta nessuno informò gli interessati su quale prezzo avrebbero dovuto pagare per essere quel che sono.
Leggi come le sfortunate creature di passaggio.

File chilometriche.
Di genti oramai multicolori, in viaggio da ogni punto cardinale, vittime in maniera trasversale di uno spot più che scontato.
Una famiglia sorridente prima di una gita, il belloccio canticchiante di ritorno dal lavoro, la coppia innamorata che sfreccia di notte e perfino la meno probabile scena pensabile, purché prima o poi conduca all’oggetto della vendita.
L’auto.
La meravigliosa strega che irride i privilegiati al prezzo di un pieno.
Di sangue e lacrime lontane.

File chilometriche per cancellare entrambi.
A vantaggio di speranzosi futuri e domani felici.
Negli occhi di chi finalmente sa che esiste una parte di mondo sacra davvero.
Il freddo polare, poi, sarà l’ultimo dei problemi…


 


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