Teoria Gender nelle scuole esiste? La vera storia

Storie e Notizie N. 1263

Dopo la storia sul senso dell'orango per il razzismo, oggi si raddoppia.
Leggo che si diffondono sempre più favole metropolitane per contrastare il presunto pericolo della cosiddetta Teoria Gender.
Altro che favole.
Eccovi la vera storia…

La Teoria Gender esiste.
Così come esistono gli alieni cattivi che voglioni invaderci.
E fanno paura, signori miei.
I migliori narratori di fantascienza altro non erano che straordinari vaticinatori travestiti da spacciatori di balle, seppur colorate ad alta definizione.
Balle spaziali, ovviamente.
Gli extraterrestri esistono e fanno paura perché sono pervasi da una crudeltà indicibile e immisurabile.
Se non altro raffrontata con una pacifica e tollerante specie come la nostra.
I mostri vengono dal pianeta Gender, fin qui nulla di nuovo, e si chiamano Genderiani o Genderesi.
Anzi, facciamo Genderini, perché sono piccoli e infidi.
Tuttavia, malgrado le minuscole dimensioni, non fatevi ingannare.
Il piano di invasione dei Genderini è spietato quanto geniale.
L’hanno pensata bene, questi terribili esseri.
E dove andiamo a rompere le scatole a questi qua?
Dove possiamo fare più danni e al contempo insinuarci come bisce?
Bisce di Plutone, è ovvio, che non sono come le nostre, credetemi.
Altrimenti, quando vedrete una biscia fare le acrobazie con lo skate board, avvertitemi.
In quale ambito, dicevo, possiamo fingere di preoccuparci dell’educazione umana e invece guadagnare qualche orecchio demente in più?
La scuola, ecco a cos’hanno pensato.
Colpire lì dove comincia la strada delle più fragili tra le anime, pare ci sia scritto nel Manuale del perfetto Genderino.
Nondimeno, il resto del piano è ulteriormente terrificante, amiche e amici che giustamente temete il relativismo deviato e immorale che minaccia le nostre vite.
Ebbene, tenetevi forte.
Penetrati nel plesso scolastico i Genderini aggrediscono le inermi vittime e una volta attraversati i bulbi oculari è ormai troppo tardi.
I sintomi sono chiari, ahinoi.
I malcapitati mostrano fin dall’inizio una spaventosa confusione sulla propria identità.
I disgraziati non sanno più se siano maschi o femmine.
Ma questa sarebbe solo la superficie del problema.
Gli affetti da Genderite – lo  so, il nome della malattia è telefonato - non sanno più cosa voglia dire essere umani.
Non hanno più idea di cosa significhi essere vivi.
E ignorano la differenza tra l’essere liberi.
O meno.
Dimostrano totale incoscienza di quali siano i loro diritti.
Figuriamoci i doveri.
Non riescono più a riconoscere i propri simili.
Come simili.
Giammai uguali.
Ma soprattutto, hanno smesso completamente di farsi la domanda più importante.
Chi sono io per pretendere di avere la verità in tasca?
Nondimeno, tutto è bene quel che finisce bene.
Pare, infatti, che una volta capito appieno dove fossero atterrati, i Genderini si siano affrettati a mettere in moto le navicelle e andarsene.
Alquanto afflitti, tra l’altro.
Perché, a parte la cosa sul maschio e femmina, si sono accorti che tutto il resto.
L’avevamo già fatto da soli...

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