Ci siamo estinti

Storie e Notizie N. 1605

Questo è il tempo.
Ora.
Il tempo in cui Yann Aguila, presidente della commissione ambientale del Club des Juristes, Antonio Herman Benjamin, magistrato presso l'Alta corte nazionale del Brasile, il presidente della commissione mondiale IUCN sulla legge ambientale Laurent Fabius, nonché Ex presidente della COP 21 e 128 altri chiedono l'adozione di un terzo patto che sancisca una nuova generazione di impegni fondamentali: i diritti e i doveri degli Stati, degli enti pubblici e privati e delle persone che si occupano di protezione ambientale.
Ciò nonostante, questo è il momento, adesso.

Il momento in cui il presidente del paese più potente e tra i più inquinanti al mondo, che in passato aveva definito il cambiamento climatico una "bufala", ha dichiarato che al recente quanto allarmante rapporto delle Nazioni Unite darà solo un’occhiata.

Questo è altresì l’istante in cui gli abitanti della Florida si preparano ad affrontare un uragano spaventoso come non hanno mai visto. Con terribili alluvioni ovunque nel mondo, vedi l’isola di Maiorca e la Calabria, in Italia, e incendi devastanti e inusitati che stanno cancellando il pianeta come avevamo imparato a immaginarlo.
Questo è, ovvero, era il tempo delle parole e dei silenzi.
Pensa.
Con me, pensaci.
Concentra ogni attenzione su questo sottovalutato, maltrattato e manipolato.
Tempo.
E continuiamo come abbiam fatto sino alla fine.
A rilassarci innanzi all’enorme monitor di carne e menzogne, dove eravamo tutti protagonisti e tutti spettatori, senza soluzione di continuità.
Pensiamoci, davvero.
Perché è proprio così che ci siamo estinti.
Guardiamo il lato pieno dell’immagine, ora, che si espande oltre i limiti della nostra miopia empatica, lì, al di fuori di quello stesso schermo.
Contempliamo cosa abbiamo perso di vista, o semplicemente calpestato.
È finita, basta gridare, basta turarsi le orecchie.
Finiamola di fingere di dormire per non vedere la diretta della vita, qualora sia la vita stessa a trasmettere storie e speranze, libera dai soliti interessati intermediari.
Ci siamo estinti, esatto.
Non più io, prima di te.
Non più te, al di sopra di noi.
Giammai più perfino noi, come se fosse davvero qualcosa di diverso da voi.
Oggi siamo zero, come all’alba del tutto, al quale abbiamo rinunciato accecati dal delirante desiderio di essere addirittura qualcosa di più.
Del tutto.
In una parola, basta.
Basta voltare il capo verso il lato morbido del sentire e basta spegner pancia e cuore, di fronte alla realtà finita per errore nell’inquadratura.
Tutto è distrutto, altro che compiuto e, per la prima volta nella nostra storia, non possiamo scaricare colpe su qualcuno che non sia al nostro stesso posto.
Perché ci siamo estinti e non abbiamo più motivo di temere la vendetta di sorelle e fratelli colpevoli di innocenza, così come non abbiamo più alcuna necessità di sterminarli prima che facciano giustizia della nostra disumana miseria.
Siamo stati tutti sconfitti da colei che rappresenta la madre più amorevole e al contempo paziente che si possa concepire, ma che prima o poi presenta il conto e reagisce con la medesima moneta contro la prole più ingrata dell’universo intero.
Ci siamo estinti, davvero.
E lei, la terra, ha vinto, ancora.
Pensaci, a questa fine.
Pensa, con me, al capitolo conclusivo di noi tutti, prima dell’inevitabile dissolvenza.
E immagina cosa potremmo fare se ne avessimo ancora.
Di tempo...


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