Noi non siamo come voi

Questa non è una storia, è una notizia.
Anzi, è la notizia.
Ieri, sabato 27 ottobre, un uomo di 46 anni, Robert D. Bowers, è entrato in una sinagoga di Pittsburgh, in Pennsylvania, dove si stavano tenendo le funzioni religiose, per poi uccidere undici persone e ferirne sei, delle quali due sono ancora in gravi condizioni.
L’assassino è un militante di destra, dichiaratamente antisemita e ostile verso l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo.
Eppure, lo dico a chiare lettere, affinché orecchio intenda una volta per tutte.
Noi non siamo come voi.
Parlo di Salvini e delle coalizioni complici, de Il giornale, di Libero, e di tutte le pubblicazioni cartacee e online di destra più o meno estrema, della stampa che si nutre dello sterco condiviso per un clic di pubblicità, dei profili e delle pagine social anti migranti a orologeria, in vista di elezioni, ovvero non appena il crimine di turno venga compiuto dal nemico fabbricato a tavolino.
Noi altri, non appena letto della suddetta tragedia, non iniziamo a spron battuto a diffondere ovunque l’idea che tutti quelli di destra siano degli assassini, che andrebbero cacciati e imprigionati, che non sono degni di vivere nella nostra società.
Noi non urliamo stracciandoci le vesti additando la destra come responsabile delle morti, di tutte le morti innocenti.
Noi non usiamo il dolore altrui per costruire consenso.
Noi non approfittiamo della paura e lo sgomento innanzi a tali terribili eventi, per creare il favorevole clima delle prossime tornate elettorali.
Noi non siamo come i governi attuali, in Italia, come negli Usa, in Ungheria, come in Inghilterra, in Austria, come in molte, troppe altre nazioni, che hanno vinto le elezioni in questo modo.
Questa è la realtà e va detta, ogni giorno, va ricordata a chi guida questi paesi e soprattutto a coloro che li hanno votati.
Questa gente è al potere solo grazie a questo maledetto inganno, è tutto lì.
Gli è bastato fare quello che noi non facciamo e mai faremo.
Sfruttare ogni, ripeto, ciascuna notizia che in qualche modo dipinga l’immigrato come pericoloso e cattivo, brutale e crudele, per renderla la notizia.
E a un certo punto la cosa funzionava così bene che molti tra loro hanno cominciato perfino a inventarne, di notizie.
Ebbene, io non sono come voi.
Voi che profittate della sofferenza del mondo e voi che la sostenete, che continuate a farlo, dal voto ai servili mi piace e gli inquietanti cuoricini sui social.
Io non scriverò, né oggi e né mai, che tutti quelli di destra uccidono gli ebrei.
Anche se in passato l’hanno fatto, eccome se l’hanno fatto.
Pure se in questo momento guidano il mio paese e l’hanno reso diviso e intollerante quasi come all’inizio del secolo scorso.
Ecco perché dobbiamo scrivere e gridare, facendoci sentire il più possibile.
Noi non siamo come loro.