Su e giù

Storie e Notizie N. 1612

Come è già stato spiegato ampiamente da molti esperti e anche dall’Onu riguardo al legame tra migrazioni e cambiamenti climatici, queste ultime sono anche tra le ragioni che hanno spinto gli agricoltori sudamericani a mettersi in marcia verso gli USA.
È l’atavico conflitto tra su e giù...


C’era una volta un pianeta.
Ma non la terra, così possiamo forzare i confini del possibile e del timore di sognare.
Il pianeta, non la terra, era fatto di due parti.
La zona di sopra e quella di sotto.
Su di esse vivevano rispettivamente due uomini.
Che poi, avrei potuto pure dire due donne.
Sarebbe stato comunque un degno inizio di storia.
Anzi, assai più meritevole di pagina e inchiostro.
Tuttavia, trattasi non solo di mero racconto, ma anche problema, conflitto e ulteriori, molteplici quanto sgradevoli complicazioni.
Indi per cui, parlerò degli uomini, due per la precisione.
Uno viveva nel lato superiore, a nord, in alto, ed era per semplicità detto quello di su.


L’altro, per coerenza e narrativa convenienza, chiamato quello di giù, viveva al piano inferiore, di sotto, a sud.
Ora, si sa com’è fatta la natura. Non c’è qualcosa di personale, o preventivo.
Da che mondo è vita su vuol dire vantaggi e vale il viceversa per quelli di giù.
Esempi a casuale grappolo: l’acqua del fiume è più fresca alla sorgente che a valle, sopra gli alberi vi sono i frutti più sani, mentre caduti diventano preda dei vermi, in cima al monte l’aria è più pulita che in pianura e osservando le cose al di sopra delle nuvole il valore delle umane creature è assai più reale che sulla superficie, dove i mediocri sembrano giganti e le anime eccelse vengono schiacciate da questi ultimi.
Perciò, diciamolo.
Quello di su se la passava meglio di quello di giù.
Ora, il facile ottimismo che alberga in voi vi indurrebbe a pensare che il primo si rendesse conto della propria immeritata buona sorte e che si dimostrasse comprensivo delle necessità dell’altro.
Tuttavia, forse è il caso di prendere il suddetto candore e di aggiornarlo alla cruda realtà, poiché il favorito dal destino non solo era al contrario convinto di essersi guadagnato la posizione privilegiata per diritto divino, ma anche che avesse altresì facoltà di derubare il dirimpettaio di sotto di quel poco che aveva.
Quindi, ormai assuefatto all’ingiusto corso della storia e al suo beffardo cinismo, quello di sopra prese a soddisfare la propria ingordigia per i doni della natura in modo a dir poco pantagruelico, palesando una sconsiderata mancanza di rispetto per i principi alla base dell’equilibrio planetario.
Per lungo tempo non accadde nulla.
Ciò, malgrado, col trascorrere degli anni, le prime conseguenze di tale egoista atteggiamento si fecero vedere.
Ma non per lui, bensì per l’altro, quello di giù.
Perché il fato, qualora scelga una narrazione iniqua per i suoi protagonisti, fa le cose per bene. Per giunta, quando la giustizia dell’uomo latita, l’unico a dimostrarsi coerente è proprio il caso.
E il caso volle che l’uomo che viveva a sud di questa vicenda iniziò a pagare salato il debito giammai contratto.
Per un anno intero devastanti temporali aggredirono la sua casa e spaventose grandinate distrussero i suoi raccolti.
E durante quello seguente una tremenda siccità ne seccò i terreni, mentre stenti e malattie sterminarono il bestiame.
L’anno dopo ancora la pioggia si dimostrò sconvolgente e gli uragani si avventarono sui possedimenti.
E così via, di anno in anno, fino a sbriciolare ogni ipotesi di futuro a quell’infausta latitudine.
Quello di giù non riuscì a trovare altra soluzione che risalire la corrente dell’avversa fatalità, e si incamminò a ritroso, verso l’unica alternativa alla fine.
Ovvero, l’inizio di tutti i mali e anche di questa storia.
Ora, laddove l’ottimismo sia stato giustamente bandito, una spiccata fiducia nell’umana capacità di far uso della ragione vi porterebbe a immaginare quello di su reagire con solidarietà innanzi all’arrivo del vicino di sotto.
Tuttavia, magari è il caso di prendere la suddetta fiducia e riporla nel baule delle sopravvalutate qualità del presunto bipede dalla mente superiore, poiché la risposta del nostro fu costruire un muro enorme, altissimo e impenetrabile per impedire all’altro di entrare.
Nondimeno, come già detto, si sa come è la natura.
Niente di personale, o premeditato.
Da che mondo è storia, quello che va giù prima o poi arriva su.
Indi per cui, anche sulle parti di sopra iniziarono ad abbattersi acquazzoni e nubifragi sempre più insistenti e violenti.
Ciò malgrado, dove il destino aveva favorito solo uno tra i protagonisti, quest’ultimo si era ritrovato a capovolgere egli stesso le sorti di entrambi, per quanto inconsapevolmente.
Perché da che mondo è natura, quel che vien da su prima o poi deve andar giù.
A meno che non ci sia di mezzo un incredibilmente minuscolo, quanto misero e ottuso cervello.
Fu così che quello di su si ritrovò sommerso dall’acqua, mentre quello di giù, protetto inaspettatamente dal colossale e infrangibile muro, poté ricostruire con calma la sua casa e coltivare con serenità il proprio terreno.


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