La vita toglie la vita da

La vita prende, la vita regala. Mi ha strappato i genitori, papà prima e in seguito mia madre. Giacché la morte è una creatura pretenziosa, altrettanto il fato, così gli affamati mostri che attentano al racconto in cui son precipitata. La guerra mi ha sottratto cielo e terra con la stessa disinvoltura. Ha ingurgitato casa e cose. Ha trasformato le vie in luoghi dove si cammina sempre di fretta, dove al peggio, hai l’obbligo di correre, al meglio, riesci a sopravvivere al tragitto. Le mine hanno lasciato indietro ruderi e livore quale prole maledetta, che a sua volta ha contaminato il sangue di tanti, troppi, di tutti coloro non avresti mai immaginato nell’atto di brandire la rabbia come se fosse la sola arma concessa. La vita ruba, perciò, la vita dona, è così? Quel che è certo è solo la prima parte del discorso, poiché alla stregua di una brutale fattucchiera ha cancellato una nazione intera da sotto le mie scarpe senza che me ne rendessi conto. E così mi sono destata privata di un frammento essenziale, il primo, la geografia più pregiata, quella dove cominciare a raccontare. Quindi è giunto l’istante peggiore, quello in cui inizi ad assuefarti all’idea di venire denudata gradualmente di tutto ciò che valga davvero…

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