Le armi che abbiamo

“Papà, cosa possiamo fare per salvarci?”
“Resistiamo all’aggressione incoraggiandoci a vicenda, per poi rispondere a ogni attacco.”
“In che modo?”
“Con le armi che la natura ci ha donato.”
“Quali sarebbero?”
“Le mani, figlio mio, sollevale e sbattile fortemente l’una contro l’altra… esatto, proprio così, non fermarti.”
“Questo fa arrabbiare la magia cattiva?”
“Sicuro, giacché questa è la nostra musica migliore, è l’armonia di chi si ama, della famiglia che ancora oggi siamo. Vedi? Comincia a tremare...”
“Vero, papà, la magia cattiva ha paura.”
“Non smettiamo, quindi. Rammenti quella roba che canticchiavi ieri mentre pulivamo i piatti?”
“Sì, mi ricordo.”
“Bravo, questo vuol dire che possiamo ancora vincere, la memoria è con noi, cantiamo assieme.”
“Papà, ma quella non era proprio una canzone...”
“Esatto, ma la magia cattiva non può saperlo. Vedi, le magie cattive non sanno niente, sono incredibilmente ignoranti. È il loro potere, ma è pure il loro lato più debole. Perciò, tira fuori la voce e canta con me, senza smettere di applaudire, perché questa è la canzone di chi non si arrenderà, qualsiasi cosa accadrà. Vedi? La magia cattiva sta indietreggiando...”

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