Prima i sani

Storie e Notizie N. 1682

Caro fratello italiano,
sì, hai capito bene. Perché questo siamo, fratelli e sorelle, di fronte all’universo intero. Poiché tutto è relativo, come ha dimostrato il genio che fu, e più che mai ora è il momento di rammentarlo.
Perché questo dovremmo fare tutti, fratelli e sorelle umani. Trarre insegnamento dalla Storia, passata e presente, che ci vede più o meno protagonisti, nella buona e nella cattiva sorte. Soprattutto laddove colpiti da quest’ultima.
Quante volte ti invitammo a considerare il peso


del mero caso, o ineluttabile destino, sulle nostre differenti condizioni di vita?
Quante volte ti esortammo, in breve, a metterti nei nostri panni per capire e, auspicabilmente, tener conto della tua fortuna?
Ebbene, come spesso accade nelle nostre comuni vicende, laddove gli istanti favorevoli non
riescano a illuminare la visione delle cose, forse il miracolo riuscirà alle circostanze avverse.
Prendi quale esempio chiarificatore lo spettro del Coronavirus e la contingenza che ti vede, in questo periodo, sotto la terrorizzante quanto terrorizzata lente del mondo.
Adesso, sebbene in situazioni leggermente diverse, magari comprenderai cosa voglia dire trovarsi su una nave dopo un lungo viaggio e vedersi negato l’approdo a un passo dalla costa.
Ora ti sarà chiaro cosa significhi osservare il tuo paese raffigurato come quello da non imitare.
Scoprirai anche tu quanto velocemente tale forma altrettanto virale, discriminatoria ed emarginante, si diffonda in ogni ambito, compreso lo sport.
Verificherai sulla tua pelle, fino a ieri protetta dalla più privilegiata delle tonalità, che effetto faccia il dilagare di allarmismo e timori nei tuoi confronti.
Conoscerai la quotidiana propagazione di una paura incontrollata verso il tuo popolo.
Pagherai lo scotto di un impulsivo incremento dei controlli da parte di chi di dovere lungo i confini entro i quali hai finora vissuto ignaro del futuro e soprattutto delle reali conseguenze delle tue azioni.
Sarai oggetto di studio per il tuo disagio invece che le tue qualità.
Sperimenterai anche la sofferenza e l’umiliazione di un autoritario divieto di ingresso.
Sarai additato ovunque come origine di record quanto mai scomodi.
Sarai identificato come una minaccia per il resto del mondo.
Verrai associato a isolamento.
A pericoli.
E assimilato a rischi e ad angosce insensate.
Poi, quando il danno sarà ormai irreparabile, come è stato e sempre sarà, anche i poteri finanziari sui cui avevi sempre fatto affidamento si allineeranno nel puntare il dito contro di te.
Bollato come cancro dell'economia internazionale.
E fatale spauracchio, simbolo di sventura per tutte le nazioni.
Carissimo fratello, capisci ora?
È assurdo, vero? Solo qualche giorno fa, come molti nel mondo, avevi preso a far lo stesso con i cinesi, e ora ti ritrovi a essere pure tu nelle vesti di alieno sul tuo stesso pianeta.
Riflettici, ti prego, cogliamo insieme il lato positivo di questa malattia.
Perché sai qual è la cosa più importante?
Che prima o poi il morbo verrà debellato e tutto ritornerà alla normalità.
Mentre ciò per cui fino a oggi hai discriminato e isolato a tua volta il prossimo non è roba che si debba curare, ma il più delle volte qualcosa da ammirare e di cui andar fieri.
Non deve finire per forza così.
Non tutti i mali vengono per nuocere, si dice.
E forse è questo ciò che possiamo prenderci di buono da questo virus.


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