Tra il limbo e l’inferno il nostro paradiso

Storie e Notizie N. 1987

Voglio farlo adesso. In tempi, solo in apparenza, non sospetti. Quando la storia è volutamente sepolta nel limbo, assieme ai suoi sfortunati protagonisti. Perché fateci caso, aprite un giornale, di semplice carta o digitali illusioni, cercatene i nomi, gli epiteti e gli insulti tra le prime pagine e anche le successive, ma non avrete soddisfazione nell’istante in cui la carne da macello perfetta del terzo millennio, ideale per nutrire le pance di voti e clic, è stata spazzata via da Covid, vaccini e Green Pass, passando per Sanremo e Ucraina.
Ma torneranno al centro della tavola imbandita, vedrete se ho ragione. Ricordatevi di queste parole quando accadrà di nuovo che il problema del migrante sarà primo in classifica nel fantavirale, il vero concorso popolare per chi si contenda la preziosa attenzione degli occhi distratti e delle dita pulsanti del navigatore medio.
Nel frattempo, i nostri, impropriamente quanto indebitamente tali, in un limbo ci sono per davvero da tempo, fin troppo, prigionieri al confine Bielorusso-Polacco.
Nondimeno, malgrado affrontino le proprie difficili esistenze lontano dalle ingorde punte delle affamate penne dei venditori d’odio a forma di titoli e occhielli terroristi, molti altri sono confinati in altrettanto terribili incubi a cielo aperto, oltre che occhi.
Anche se gli spaventatori di partito hanno smesso di gridarlo ai quattro venti ogni volta che il rancido refolo di questi ultimi, da loro stessi ingurgitato e rigettato, arrivi loro a portata d'astio, più che d’orecchio, i cercatori di orizzonti sognabili continuano a partire dalle loro coste.
Non hanno mai smesso di attraversare coraggiosamente per alcuni, follemente per molti, stoltamente per i più, mari e montagne, luoghi impervi e distanze disumane.
Continuano senza risparmio, neppure di un destino mai abbastanza magnanimo, a perire lungo la via con il sottofondo del silenzio e dell’indifferenza del mondo, nei giorni migliori. Perché negli altri suscita ribrezzo soltanto pensare a ciò che viene scritto e addirittura ad alta voce pronunciato.
Sono ancora quotidianamente protagonisti involontari di vicende tragiche e spesso prive di logica ammissibile.
Nonostante portino con sé bagagli infinitamente preziosi resi pesanti da attimi vissuti e compressi in poco spazio e ancor meno tempo, ma che potrebbero riempire tutta l’immaginazione necessaria per permettere a un’intera generazione di scrittori di dare il proprio contributo alla sola letteratura degna di questo nome, quando ci sono miliardi di persone là fuori a non venire considerati nemmeno nella quanto mai sottovalutata terza di copertina.
Sto parlando della narrazione che non prescinde nemmeno per il tempo di una pagina da ciò che brucia e dilania, che strazia e massacra, che tormenta e ingiustamente scompare come se non fosse mai esistito, il tutto a sud della spalliera di una comoda poltrona da stimato autore o cronista.
Ecco a cosa serve avere la buona sorte di godere del tempo per scrivere, di tanto in tanto.
A fermarsi un attimo prima di battere i tasti, a far silenzio e a smettere di guardare nella sola direzione indicata dall’ottusa freccina del mouse.
Bisogna voltarsi, sì.
E poi occorre alzarsi e ignorare quel maledetto treno dell’attualità, che non facciamo altro che inseguire senza mai salirvi.
Nessuno lo ha mai fatto e sono arrivato alla conclusione che sia vuoto. Come finirà per diventare il senno di colui che non fa altro che raccontare ciclicamente la medesima storia, soltanto perché in quel preciso momento è ciò che stanno facendo tutti gli altri.
Mentre dietro di noi, almeno finché non saranno nuovamente necessarie al grande rogo attira mosche che rischiara oscurità mascherate da luminosi firmamenti, ci sono sempre loro, le creature con sogni e speranze identiche alle nostre, tali finché restino nel limbo di ciò che è ora trascurabile.
Guardiamole, vi prego, e apriamo il cuore quanto gli occhi per capire una buona volta che ciò che chiamiamo limbo è l’inferno in terra e che la nostra vita e ciascuno dei suoi sottovalutati privilegi, per loro e tutti gli altri, è il solo paradiso possibile...


Vieni ad ascoltarmi sabato 12 febbraio 2022 alle 17.30, Libreria Lotta, Roma

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