Chi sono i Russi
Storie e Notizie N. 2003
C’era una volta il gioco delle parti.
L’eterna danza dei ruoli tipicamente umani, che sono molteplici e oltrepassano il tempo e lo spazio.
Eppure si ripetono ogni volta più simili a loro stessi e, per quelli maggiormente scontati, il giudizio della Storia con l’iniziale vincente, più che nobile, muta a seconda di chi legge od osserva.
Ora è il momento dei Russi, a queste occidentali latitudini.
I Russi che bombardano, i Russi che invadono, i Russi che saccheggiano, i Russi che deportano, i Russi che stuprano e i Russi che uccidono.
In una parola i Russi sono i Cattivi della storia.
Lo sono da tempo e lo sono stati spesso nel secolo scorso, dal freddo di una guerra che non è ancora terminata al calore delle pagine dei romanzi come dei film.
Nondimeno, all’interno di ciascun capitolo dell’umano racconto, se per le ragioni sopra evocate il Russo potesse esser definito il personaggio, caricatura e caratterizzazione dello stesso, a uso e consumo della trama da narrare più che della Storia in sé, be’, va detto che tale minacciosa e crudele maschera è stata indossata da molti nel passato e anche nel presente.
Diciamolo, in tanti sono stati e sono ancora oggi ugualmente Russi.
Senza andare troppo indietro, limitandoci al secolo scorso, elenco in ordine sparso e ricordo che noi per primi siamo stati Russi quando abbiamo deciso di invadere l’Eritrea, il Paese d’origine di mio padre, e poi in più occasioni la confinante/litigante Etiopia, per non parlar di Libia e Albania.
Impossibile non citare i Tedeschi, ovviamente, i quali un’ottantina di anni addietro sono stati immensamente Russi.
E nell’arco del medesimo periodo gli Americani a stelle a strisce hanno fatto i Russi con molti più Paesi di quanti ne hanno liberati durante la seconda guerra mondiale.
Vogliamo essere franchi sino in fondo? Perdonate la triviale facezia, ma il Paese di Macron ha agito più e più volte da Russo nel continente africano.
Mentre il Regno disUnito, il quale ora vive da separato in casa propria in seguito a una consultazione politica che ha gettato nella polvere ogni fondamento di progresso e modernità conquistata in altri ambiti, ha fatto la Russia a cominciare con le isole sorelle e affini ancora prima di interpretare tale spietato ruolo in buona parte del pianeta.
E cosa dire di Spagnoli e Portoghesi? Mezzo continente paga ancora oggi lo scotto del loro essere stati Russi in modalità a dir poco terrificanti.
E dei Cinesi con tutto quel che non è cinese o non desideri esserlo? E degli Israeliani con tutto ciò che, con le buone o le cattive, prima o poi dovrà essere israeliano?
Per non parlare dell’infinità di occasioni in cui ancora oggi, in questo preciso istante, grazie alla vendita di armi, gli appoggi economici e finanziari, strategici e politici, siamo tutti Russi senza alcuna pietà. Ma con l’alibi più debole e maggiormente spregevole al mondo. Ovvero quello di chi finge di esserne all’oscuro, perché citati nel titolo o ritratti con le mani insanguinate nel bel mezzo del fermo immagine in primo piano, condannati e biasimati, i Russi sono gli altri.
Non noi.
Non più.
Ciò nonostante, a seconda di quanta lucida memoria e onesta consapevolezza risieda nella mente di chi osservi la crudeltà del racconto in diretta, la Storia va avanti e per nostra sfortuna si ripete.
Perché c’è sempre qualcuno pronto a interpretare il ruolo peggiore.
Con cui invadere, deportare, saccheggiare, stuprare e uccidere.
Credo che dovremmo aver imparato tutti, ovunque, a prevedere i misfatti dei cattivi per salvare in tempo le prossime vittime.
Perché siamo stati entrambi, conosciamo la storia e sappiamo già come va a finire.
Vieni ad ascoltarmi sabato 9 aprile 2022 alle 17.00, Libreria Lilli, Roma
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