Pace e Resistenza seduti al tavolo con i venditori di morte

Storie e Notizie N. 2017

Ecco la lista della spesa o delle solidali donazioni belliche, si valuti poi:
Il governo USA ha approvato la vendita agli Ucraini di "munizioni non standard" – a Kiev hanno fucili vecchi, sai - per un valore di 165 milioni di dollari, oltre a 800 milioni di assistenza militare, gli Stinger, i sistemi anticarro Javelin e altri mezzi.
Gli inglesi inviano veicoli corazzati dotati di punti di lancio dei missili antiaereo di tipo Stormer.
Pezzi d'artiglieria da 155 millimetri arrivano dalla Nato, tra cui i sempre generosi americani e anche i francesi.
A ogni modo si calcola che i transalpini abbiano già dato il loro apporto di armamenti per una cifra vicina ai 120 milioni di euro.
La Polonia non si tira indietro e fa recapitare tank T-72 di fabbricazione sovietica.
E il nostro paese? L’invio è garantito da chi di dovere, ma il contenuto pare sia un segreto per non mettere a rischio il paese. Della serie – vecchia di un secolo e anche più – ci siamo e non ci siamo, un leit motiv imperdibile per i tipi dello stivale.
Al contempo la Germania ha spedito mitragliatrici, visori notturni e dispositivi di protezione, nonché aumentato fino a 2 miliardi di euro la dotazione di un fondo per aiutare i Paesi colpiti dalle crisi ad investire nel settore militare (una cosa che scritta così mi fa venire la pelle d'oca...).
L’Olanda promette di far consegnare materiali più pesanti, inclusi veicoli blindati.
Inoltre di nuovo l’America assicura che nei prossimi giorni arriveranno armi a lungo raggio come obici, sistemi antiaerei, missili antinave, droni armati, camion blindati, veicoli per il trasporto di personale e carri armati.
A questa lista vanno aggiunte anche la Lettonia, la Lituania, la Slovacchia con i jet MIG-29 e l’Estonia. Tallinn, in particolare, avrebbe fornito aiuti per 240 milioni di euro.
Ma il primato di investimento nella solidarietà militare alla causa ucraina lo detiene la Repubblica Ceca.

Ecco, potrei andare avanti ma vorrei ricordarvi che qui da noi ieri abbiamo celebrato il 25 aprile, ovvero l’anniversario della liberazione dal nazifascismo e soprattutto lo abbiamo fatto in modi molto differenti e con atteggiamenti e sentimenti perfino opposti, malgrado l’appartenenza ad aree contigue se non identiche. E anche questa è una parte considerevole di ciò che non va nel nostro paese oggi.
Tuttavia, tenendo conto del suddetto elenco vorrei invitare coloro i quali hanno le idee così nette al punto da ritenere senza ombra di dubbio il sostegno militare dell’Ucraina come un dovere morale e perfettamente coerente a immaginare di trovarsi nella stessa stanza giammai insieme ai combattenti ucraini che riceveranno i sopra citati doni, bensì in compagnia degli amministratori delegati, gli azionisti, gli investitori alla luce del sole e quelli opportunamente oscurati, tutti, proprio tutti gli inquietanti figuri che nel modo più disumano immaginabile si arricchiscono con la fabbricazione di quelle stesse armi.
E poi, dopo un bel briefing di un’ora con gente di quel tipo, incentrato su ricavi e interessi mortali, più che variabili, venitemi a parlare ancora di pace e resistenza partigiana


Vieni ad ascoltarmi sabato 21 maggio 2022 alle 16.00, L'isola del tesoro, Trebbo (BO)

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