Quando non ci capiamo

Storie e Notizie N. 2106

Talvolta è difficile comunicare. O forse sono ottimista e ciò accade più spesso di quanto ce ne rendiamo conto, soprattutto allorché l’incontro tra molti di noi - creature oramai abituate a ragionare unicamente al riparo del proprio regno delle personali convinzioni - avviene in zone franche che diventano sempre più striminzite. Si legga pure come il prezioso spazio intermedio dove sopravvive a stento il dialogo, o perlomeno un ascolto minimamente discreto, in cui il "dover dire la propria" trova il tempo di dare la precedenza all’altrui punto di vista.
In tale desolante scenario, in cui sembra che la percezione dell’attualità e le opinioni siano già predefinite, secondo una pervicace propensione ai luoghi comuni del pensiero nazional popolare, immaginiamo una paradossale conversazione a mio modesto parere verosimile
:

“Ascolta, hai saputo che è successo oggi a Roma?”
“No, dove?”
“Alla Chiesa della Madonna del Pascolo, nel quartiere Monti, c’era pure un vescovo.”
“Ho capito, non ne so nulla, dimmi.”
“Ebbene, una tipa del Dipartimento di Stato degli Usa ha accolto un gruppo di rifugiati da varie parti di Italia grati di essere arrivati qui.”
“Ti credo, con la pancia piena a spese nostre... e poi fanno i pianti sui barconi. Ora se la ridono, eh? Io li ricaccerei in Africa immediatamente.”
“Veramente sono ucraini. Tra l’altro è stato molto apprezzato dalle autorità il disegno del soldato con gli occhi azzurri…”
“Ah…”
“Eh.”
“A proposito di chiese, hai sentito invece dell’ennesimo attentato kamikaze? Il bilancio è salito a 92 morti!”
“Maledizione. Questi islamici vogliono distruggere il cattolicesimo nel mondo, è una guerra di civiltà e c’è ancora chi lo nega.”
“Be’, in realtà si tratta di una moschea…”
“Oh…”
“Già.”
“Cambiamo argomento che è meglio, parliamo delle condizioni in cui ancora oggi sono costrette a vivere le donne. Qui leggo che sono tre anni che a un milione di ragazze viene vietato di andare a scuola.”
“È uno scandalo! L’Iran andrebbe invaso, bisognerebbe esportarci un po’ di sana democrazia, così la smettono di…”
“Ehm, scusa, in realtà non è l’Iran, ma si tratta dell’Afghanistan e di invasioni democratiche ce ne sono state eccome.”
“Ah…”
Ah, esatto. Invece hai letto dell’ennesimo afroamericano ucciso dagli agenti di polizia?”
“Una vergogna. Il razzismo è una piaga terribile della società occidentale.”
“A dire il vero i poliziotti sono neri…”
“No…”
“Sì, invece.”
Continuerebbe ad libitum, volendo, a meno che non troviamo il tempo di andare oltre la superficie di ciò che accade, ovvero di quello che viene raccontato e come. E allora sì che il discorso potrebbe diventare interessante e perfino utile ai soggetti coinvolti più o meno direttamente.

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