Pacificazione della memoria
Storie e Notizie N. 2138
Leggendo le parole del Presidente del Senato, seconda carica dello Stato in cui viviamo – ricordiamolo sempre – che corrisponde al nome di Ignazio Benito Maria La Russa e di altri, invece di reagire in maniera prevedibile e tutt’altro che originale con una replica indignata quanto accorata, vorrei invece farle mie, ecco. Per vedere e capire cosa comporta pensarla come lui, oltre a chi ne condivide idee e principi, e soprattutto memoria storica.
In particolare, vorrei applicare questa particolare lente interpretativa dei fatti che il nostro – anzi, il loro – ha definito una “pacificazione nazionale” non solo alle irrisolte questioni di casa nostra, tristemente attuali ancora oggi, ma anche a quelle di altre nazioni con alle spalle sangue di vittime innocenti copiosamente versato e crimini contro l’umanità tuttora impuniti.
Se come dicono La Russa e anche il redivivo Gianfranco Fini in pratica la sinistra e perfino l’Anpi si sono appropriati dei valori della Resistenza, i quali a loro dire appartengono anche alla destra, ovvero a coalizioni politiche più o meno post fasciste sin dalla fine della seconda guerra mondiale, be’, allora si può dire altro. In verità, dal loro punto di vista, tutto.
Si può anche affermare che parlare di sterminio dei nativi americani da parte dei bianchi colonizzatori non è esatto. E gli scalpi, allora? Dove li mettiamo quelle innocenti carovane aggredite dai crudeli selvaggi che abbiamo visto in quantità industriali in centinaia di film western? Ci sono colpe in entrambi gli schieramenti, dai, facciamo pace, su, una bella pacificazione nazionale, insomma.
E, restando negli USA, che dire della tratta degli schiavi dall’Africa? Pacifichiamoci, coraggio, basta divisioni e conflitti. Che i discendenti si mettano l’anima in pace, cribbio. In fondo i loro avi potevano impegnarsi di più nel restare a casa loro, no? È facile farsi incatenare e trasportare a sbafo su una nave e poi prendersela con gli schiavisti. Ognuno si prenda le sue responsabilità, 50 e 50, tutti contenti, tutti buoni e nessun colpevole. Ovvero, pacificazione nazionale, la nuova medicina riparatrice di ogni ferita.
Come poi non sfruttare tale straordinario medicamento anche con l’Olocausto, il razzismo istituzionale sempre negli Stati uniti o l’Apartheid in Sudafrica, visto che siffatte terribili macchie sul curriculum del genere umano continuano a creare tensione ancora oggi. Ecco il rimedio della destra nostrana: avete sbagliato tutto, cari pronipoti di coloro che sono stati trucidati nei campi di concentramento, linciati nei boschi o nelle pubbliche piazze, o ghettizzati, imprigionati e condannati a morte per il colore della pelle. Perché la novità del terzo millennio sono i nazisti sensibili alla causa degli ebrei e di ogni creatura ritenuta sbagliata, i suprematisti bianchi antirazzisti e i segregazionisti antisegregazionisti, non so dirla in altro modo, ecco.
Insomma, pacifichiamo la memoria e mettiamo d’accordo tutti. O, in altre parole, parafrasando la nota canzone napoletana, scordiamoci il passato, siamo in Italia paisà…
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