Nulla di nuovo dall'Arabia Saudita

Storie e Notizie N. 2168

In questi giorni c’è molta preoccupazione, ansia o anche solo fermento tra i calciofili europei a causa dell’incremento di una strategia che non è iniziata oggi, tramite la quale l’Arabia Saudita e le nazioni vicine, quelle ricche ovviamente, stanno lavorando per costruire campionati degni di essere seguiti e, di conseguenza, venduti.
Per far ciò acquistano i super campioni o almeno pubblicamente affermati, puro e semplice.
Ma tu guarda, è esattamente ciò che è stato fatto in Italia negli anni Ottanta e più avanti nel Regno Unito, con la squadra di Parigi, quella di Monaco in Germania, e le due grandi di Spagna, Real Madrid e Barcellona: creare dei dream team a suon di milioni prima e miliardi poi, per poi arricchirsi con gli sponsor, i vari gadget e, più di ogni altra cosa, i diritti tv.
Ma quando lo fanno gli altri… be’, cambia tutto, no?
Difatti, in particolare nel nostro paese, si parla tra le altre cose di doping finanziario e di spese folli, di capitalismo difficile da comprendere e progetto di dominazione del calcio, di situazione molto pericolosa e di un impero calcistico fondato sul denaro.
Eppure lo stesso identico giochino, con investimenti comunque mostruosi in proporzione all’epoca e al contesto finanziario, era stato già fatto più volte nel vecchio continente.
Vorrei solo porre l’attenzione su quanto resti altrettanto invariata la rumorosa mancanza di sdegno quando in nome del dio denaro da quelle parti si calpestano i diritti delle persone più svantaggiate, come per esempio è accaduto in occasione del recente campionato mondiale in Qatar e in questi ultimi giorni, in cui si denuncia il criminale trattamento ai danni dei lavoratori kenioti nel Golfo.
Nulla di nuovo da occidente a oriente, quindi...

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