Scherzo telefonico della verità
Storie e Notizie N. 2197
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Sono strani tempi, questi, soprattutto dalle nostre parti.
Per più di 20 anni abbiamo avuto al governo un uomo che evitando di dire la verità su come era diventato non solo ricco e potente, ma anche particolarmente influente, spesso e volentieri ha utilizzato il proprio ruolo per prendersi gioco di tutti, raccontando barzellette e burlandosi di ogni principio sul quale si reggeva – parlo non a caso al passato – ciò che restava della nostra repubblica.
Oggi, al contrario, come è stato giustamente scritto, abbiamo un primo ministro che per dire ciò che pensa sul serio sulla guerra tra Russia e Ucraina c’è bisogno che ci sia qualcun altro a prendere per i fondelli lei con uno scherzo telefonico.
Be’, sapete che c’è? Forse ce ne vorrebbero molte altre di beffe del genere, in modo da invogliare chi di dovere - e non - a far conoscere al prossimo le loro reali opinioni.
Per esempio, ci vorrebbe un altrettanto efficace scherzo telefonico per il presidente israeliano Netanyahu, affinché le sue reali intenzioni fossero note non solo al mondo intero, ma soprattutto ai suoi cittadini e alla stragrande maggioranza di essi che sono certo non condividono le sue scelte. Perché sono sicuro che risulterebbe altrettanto evidente quanto non gli interessi affatto il benessere del suo popolo, né a lui e tanto meno ai suoi complici di governo, più che alleati. Figuriamoci la sopravvivenza dei palestinesi.
Quindi, laddove gli autori della farsa si dimostrassero di nuovo in grado di non essere scoperti, un altro bersaglio dovrebbe essere il presidente degli Usa Biden, in modo da fargli confessare – come del resto non hanno mai fatto i suoi predecessori – il vero motivo per il quale il suo paese si schieri ciclicamente al fianco di Israele, qualunque cosa quest’ultimo faccia e a prescindere dal numero di morti sacrificati in nome del diritto a difendersi.
Poi, approfittando della vena dei nostri abili mattacchioni, si potrebbe telefonare a ciascuno dei leader dei paesi che di recente hanno votato contro la risoluzione delle Nazioni Unite - o si sono astenuti come l'Italia - che chiede il cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e Hamas.
Non contenti, passeremmo ad altre guerre e – visto che i responsabili dello scherzo alla Meloni sono russi – con una ricca dose di coraggio si farebbe lo stesso tipo di chiamata fasulla a Putin, strappandogli una sola risposta sincera alla domanda se quando ha deciso di invadere l’Ucraina stesse davvero pensando al futuro dei suoi cittadini.
Per par condicio, a Zelensky si potrebbe domandare se sul serio non vi è alcun modo per aprire uno spiraglio di pace con gli attuali acerrimi nemici del suo paese.
In seguito, qualora il giochino continuasse a funzionare, prima dell’esaurimento del suo smascherante potere, a tutti coloro che occupano quotidianamente tv, carta stampata e internet con sfacciati ruoli di regime, chiederei a telecamere spente dopo quante migliaia di morti a Gaza si smette di essere definiti antisemiti allorché si osi farne menzione.
In uno scenario ulteriormente ideale, lo scherzo telefonico diventerebbe una sorta di super potere capace di far dire la verità a chiunque, con l’illusione di non essere ascoltati. Anche alle persone comuni, intendo. E allora mi piacerebbe davvero tanto verificare se molti dei miei concittadini insisterebbero nel negare i cambiamenti climatici quando si ritrovano barricati in casa mentre al di là delle finestre si odono le urla di pioggia e vento di un pianeta giustamente furibondo.
Infine, con un pizzico di fiducia in più nel genere umano, domanderei ai cittadini iraniani di genere maschile perlomeno alla nascita se sono tutti d’accordo con il modo con il quale il loro governo tratta le donne. Sono pronto a scommettere che rendere pubbliche le loro risposte diverrebbe la rivoluzione che manca in quella nazione.
Allo stesso modo, di fronte alla recente ennesima tragedia umana di cui sono vittime un milione e settecentomila afgani mi prenderei io stesso la responsabilità di tale scherzo. E così chiamerei uno per uno tutti gli xenofobi da poltrona, soprattutto quando sono in gruppo o nascosti dall’anonimato dei social, fermerei l’orologio, e gli racconterei della terribile odissea di quel numero impressionante di famiglie, di uomini e donne di ogni età, di persone anziane, e tantissimi giovani e bambini, molti dei quali, dopo essere cresciuti sotto i Telebani e le bombe dei loro nemici, si ritrovano in questi istanti a dover fuggire ancora una volta.
E a loro, come a chi legge, girerei infine un’ultima domanda: sarebbe davvero una sorpresa, lontano dagli occhi e dalle orecchie degli altri, privi del loro condizionamento e del nostro onnipresente desiderio di venire accettati dalla maggioranza rumorosa, scoprire che molti di noi direbbero finalmente la verità?