Perché la Meloni e Salvini ce l’hanno con Chiara Ferragni
Storie e Notizie N. 2221
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C’erano una volta tre personaggi famosi per ragioni in apparenza distinte, quanto incredibilmente simili.
Giorgia divenne tale grazie a un volto abbellito digitalmente o meno e diffuso ovunque, attraverso ogni tipo di strumento mediatico.
Chiara ottenne lo stesso applicando con profitto il medesimo artificio all’intera sua immagine.
Matteo non riuscendo a far molto per ciò che madre natura aveva decretato, si impegnò alacremente per agire sul proprio gruppo di appartenenza. Ed essendone il leader non poté fare altro che beneficiarne.
Giorgia si ritrovò, volente o nolente, a vedere la propria famiglia spiattellata in prima pagina e in ogni spazio riproducibile su uno schermo di qualsivoglia grandezza.
A Chiara accadde il medesimo sputtanamento, ma come per la precedente, anche le débâcle divennero occasioni propizie per arrivare agli occhi e sulla bocca di tutti.
Al mondo c'è una sola cosa peggiore dell'essere chiacchierati, ed è il non essere chiacchierati, come disse il noto scrittore irlandese.
Anche Matteo tale assunto lo fece proprio, al punto da ingaggiare addirittura una Bestia per attirare in ogni modo le attenzioni dei più, dicendo tutto e il contrario di tutto.
A tal proposito, Giorgia dimostrò di saperci fare in materia di marketing della propria persona, scegliendo con estrema cura abiti e parole.
Identico fu il procedimento di Chiara per ottenere la tanto agognata viralità sul web.
Così fece Matteo, indossando di volta in volta il vestito più popolare e facendo proprio il grido maggiormente in voga a seconda del vento del momento.
Giorgia sfruttò al massimo il potere delle immagini a due e più dimensioni per bombardare il pubblico e fidelizzarlo.
Chiara non fu da meno e costruì il suo primato ipnotizzando lo spettatore di turno a tal punto da non rendersi conto di esser diventato cliente a sua insaputa di un commercio vecchio come il mondo.
Quello che permise a Matteo di convincere coloro che lo resero ricco e potente che fosse lui a fare i loro interessi invece che il contrario.
D’altra parte codesto è da sempre uno degli inganni più semplici del gioco politico.
Si dica pure come la professione con cui si può “influenzare” il pensiero e il fare di che legge e ascolta.
Ma prima o poi la gente si stanca di esser fatta fessa, e comincia a capire. E a vedere il trucco dei prestigiatori travestiti da comunicatori.
Ovvero ciò che la mano che volteggia lì in alto tenta di nascondere, celato nell’altra o nella tasca.
Come quando ne Il Mago di Oz si apre per sbaglio la tenda e si scopre che costui mago non è, talvolta capita che risulti evidente che il beniamino di turno è lì solo per far soldi, punto. E che i suoi desideri vengono prima dei tuoi, malgrado si racconti l’inverso.
Anzi che sei proprio tu lo strumento affinché ella o egli realizzano i propri.
Ciò nonostante, al momento fatidico, ci si scandalizza degli indiscussi conflitti di interesse che c’erano da tempo tra Giorgia e i suoi sodali.
Tra Chiara e i suoi partner commerciali.
Tra Matteo, se stesso e tutte le volte che non si rende conto che quello che sta facendo non è altro che una televendita, senza però ricordarsi di avvertire di ciò chi guarda.
Ecco spiegato perché, a mio modesto parere, spesso e volentieri la Meloni e Salvini ce l’hanno con Chiara Ferragni, la quale mi sembra la più onesta tra i tre.
Perché fanno lo stesso mestiere…