La terra non è nostra
Storie e Notizie N. 2277
All’inizio degli anni Novanta, un caro amico dell’università, uno di quelli davvero preziosi da tale punto di vista, giacché era spesso foriero di iniziative interessanti e che ti cambiano la testa nel senso buono, si presentò da me un pomeriggio in sala studio e come faceva di solito mi disse: “Prendi le tue cose e andiamo a sentire questa conferenza, so che ti piacerà”.
Quest’ultima frase era immancabile e il nostro ci prendeva sempre. Eccome se mi piacque ascoltare dal vivo un vero capo “indiano”, come si diceva erroneamente una volta nonostante lo sbaglio fosse stato compiuto fin dal primissimo giorno dal nostro illustre concittadino. Si trattava di un Apache che era venuto qui in Italia per sollecitare istituzioni e opinione pubblica riguardo alla costruzione di un osservatorio astronomico sul Monte Graham in Arizona, negli Stati Uniti. Per i nativi era ed è ancora oggi un luogo sacro e lo stesso indignato messaggero venuto da lontano trovava per primo paradossale che fosse proprio il Vaticano il capofila di tale occupazione.
Già, occupazione è la parola del giorno, a mio modesto parere. Dell’epoca, forse. Di sempre, probabilmente. Nello specifico, occupazione della terra.
Durante la conferenza quell’uomo portò come argomento l’unico che aveva dalla sua, spiegandoci perché per loro quel luogo era sacro. Ma nel far questo ribadì un concetto alla base di ogni tribù di nativi americani e non solo: la terra non è nostra, noi apparteniamo alla terra. È una frase che conoscevo e avevo letto come molti, ma sentirla pronunciare quel giorno con la convinzione e l’autorevolezza di quella persona scesa in guerra nel modo nobile, con le parole e la sua autorevole testimonianza, mi fece un’impressione che non ho mai dimenticato.
Ecco perché in questi giorni non posso fare a meno di notare quanto ancora oggi sia soprattutto questa la piaga che mina il presente e il futuro di tutti.
Ovunque nel mondo, oggigiorno, le crisi sono alimentate da occupazioni violente e indebite.
Come ovviamente quella dell’Ucraina da parte della Russia, con tutte le complessità nello specifico, è chiaro, che ci invitano a fare dei necessari distinguo di natura geopolitica e storica, ma non credo sia casuale che le prime parole che ha detto da presidente lo stesso Trump abbiano riguardato l’occupazione semantica del Golfo del Messico e quella vera e propria della Groenlandia.
Come non citare anche la guerra tra Israele e Hamas con gli abitanti di Gaza a pagarne le spese con la vita per la maggior parte di donne e bambini, e soprattutto i famigerati Territori occupati. Si chiamano proprio impunemente così, diremmo a un extraterrestre appena atterrato, incredulo di fronte a tale grottesca scelta di parole.
Potrei andare avanti facendo ruotare l’attuale mappamondo, ma d’altra parte ciò mi induce inevitabilmente a riflettere sulle ragioni della mia nascita in questa penisola a forma di stivale, ovvero l’altrettanto impunita occupazione dell’Eritrea da parte del nostro Paese e parlando di colonialismo in senso generale non posso fare a meno di considerare la quantità enorme di ulteriori piaghe causate da tale costante furto di suolo e di ogni suo frutto, come le migrazioni, la povertà e la fame, l’asservimento e lo sfruttamento che non hanno mai smesso di essere perpetrati dalle originali nazioni criminali.
Sapete, giorni fa ho assistito a uno spettacolo teatrale davvero coinvolgente con il quale Aldo Cazzullo e Moni Ovadia raccontano la storia della Bibbia e una delle parti che ho apprezzato di più è stata quella sul peccato originale.
Be’, ripensandoci ora, dando il mito fantasiosamente per plausibile, mi viene da convincermi che l’inizio dell’occupazione della Terra da parte degli umani sia iniziata proprio con la cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva.
Nondimeno, se devo essere del tutto franco, trovo più ragionevole e credibile la visione dei nativi: la terra non è nostra, noi apparteniamo alla terra, a prescindere dalla grandezza dell’iniziale.
Se è davvero così, ci rendiamo conto di quanto sia ottusa e folle la nostra Storia?