Tema La follia della guerra

Storie e Notizie N. 2295


Germania, dicembre 1945

Siamo a Berlino, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale, in una nazione il cui popolo ha davanti una lunga, incredibilmente faticosa e quanto mai difficile strada per la ricostruzione e soprattutto revisione, oltre che rinnovamento, di un’idea di umanità nel suo significato più nobile e virtuoso.
In particolare, ci troviamo in una scuola, dove una maestra sta per iniziare la sua giornata di lavoro. Una di quelle donne e di quegli uomini che nei terribili decenni precedenti, nonostante avessero l’inferno in terra a marciare nella direzione opposta, avevano cercato invano di fare la cosa giusta. E la cosa giusta, ora, la nostra crede che sia la seguente.
“Bambini, oggi facciamo un tema. Titolo: La follia della guerra. Raccontate a parole vostre, con l’aiuto di tutta la vostra immensa immaginazione e sopravvissuta innocenza quanto la guerra sia la più grande tra le umane pazzie.”
Gli alunni, malgrado per loro fortuna ancora molto giovani e ignari di tutte le orrende azioni compiute da una parte dei loro concittadini più anziani, sono comunque a conoscenza di quanto basti per avere qualcosa da dire.
Diciamo pure tanto da dire.
Così, dopo qualche istante di riflessione, si leva con volume crescente il rumore delle penne che danzano sui fogli, dando forma a una delle più preziose ricchezze che ci resta: la loro incontaminata percezione delle cose del mondo, presente, passato e futuro.
La maestra si accomoda sulla sedia e al riparo della cattedra passa l’ora successiva ad ammirare quel manipolo di pensatori e sognatori che si dovrebbe consultare puntualmente prima di prendere qualsiasi decisione da cui dipendano le sorti del mondo.
Non vi sono cellulari in cui perdersi e non si è neanche portata il giornale perché non vuole distrazioni. L’idea del tema le è venuta la sera precedente subito dopo aver dato la buona notte al marito e da allora non ha pensato ad altro.
Alla fine della mattina a scuola, torna a casa in parte con l'autobus e per un tratto a piedi tenendo la borsa nella quale ha riposto i compiti con una tale premura che sembra un corriere della banca con a bordo i diamanti più costosi del pianeta.
Non appena entra nel suo appartamento, raggiunge trafelata la sua camera, si lascia andare sul letto e inizia a leggere con estrema curiosità.
Più tardi il marito rientra anche lui e la ritrova ancora sul letto a leggere e rileggere i temi dei bambini.
“Cara”, le dice, “come stai?”
“Bene, e tu?” risponde la maestra.
“Stanco, ma bene. Cosa fai?”
La donna racconta al compagno del compito e inizia a condividere con lui i pensieri dei suoi studenti.
“Secondo una di loro la follia della guerra è nello sprecare la maggior quantità di soldi, tempo e fatica per costruire i mezzi per auto distruggersi.
“E secondo un altro la cosa più pazza è bombardare le case dei tuoi nemici sapendo con certezza che loro faranno lo stesso con le tue.
“Un altro scrive che la follia è quella dei vecchi che dichiarano le guerre e poi a combattere e morire ci mandano i loro figli.
“Un’altra dice che quelli più matti del mondo sono coloro che nonostante abbiano già visto con i loro occhi cosa fa la guerra a tutti, nessuno escluso, la fanno scoppiare di nuovo. Di nuovo. E ancora di nuovo.”
Il marito si congratula per l’iniziativa. E poi le chiede qual è quello che l’ha colpita di più.
La maestra non ha dubbi e prende le pagine di un tema che aveva messo da parte rispetto agli altri.
“Questa bambina li supera tutti”, osserva.
“Perché?” domanda il marito.
“Perché scrive che la follia della guerra più folle che ci sia e se un giorno saranno proprio gli ebrei a compiere un genocidio ai danni di un altro popolo…”

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