Ciclone tropicale Mahasen Bangladesh: opportunità di Agantuk

Storie e Notizie N. 927

Bangladesh, 16 maggio 2013

Egregio Mahasen,

Il mio nome è Agantuk, ma non è per fare polemica, che ti scrivo.
Non so neppure cosa sia, una polemica, a meno che non sia qualcosa che si mangi. In quel caso, anche se non la conosco, per me va bene, la voglio.
Che vuoi farci se ho sempre fame, tra un digiuno e l’altro.
Tuttavia, non sono qui per lamentarmi.
Non sono uso a farlo, ecco.
Mamma si lamenta se mi lamento, ma non è questo il problema.
Papà si lamenta se mi lamento e sono ceffoni, questo sì che lo è.
Ciò nonostante, non sono qui per parlare del mio stomaco.
La mia è una questione di opportunità.
Conosci questa parola, no? Io da oggi, perché non sapevo come esprimere il concetto centrale in questa mia missiva ma ho chiesto aiuto a mia zia e lei me l’ha consigliata.
Ah, non sai mia zia quante parole sa.
Capirai, non si è sposata e passa molto tempo ad osservare la vita degli altri, piuttosto che la sua. E quando osservi così tanto il prossimo di parole ne impari tante, forse troppe, perché quando capisci tanto soffri di più.
Lo dice sempre mia zia, ma mio padre sostiene che è perché non si è sposata, ma mia madre, che è la sorella, non è d’accordo.
Anch’io, se è per questo, ma lo tengo per me.
Sai, un giorno ho provato a farlo presente a mio padre e lui mi ha fatto presente che se gli faccio presente che sono in disaccordo mentre discute con mia madre sono ceffoni.
Tipo ceffonesco, papà.
Ad ogni modo, non sono qui per parlare del babbo, ma dell’opportunità.
Tu già sai a cosa mi riferisco, sei un ciclone, ovvero una regione atmosferica in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine, tipicamente associata a cattivo tempo atmosferico, ma questa l’ho incollata dopo averla copiata da Wikipedia.
Quello che voglio dire è che, alla stregua di tutti i fenomeni atmosferici, come la pioggia, la grandine e la febbre, esisti sulla terra da sempre, ne hai viste tante e di parole ne saprai sicuramente molte di più di mia zia.
Cosa? La febbre non è un fenomeno atmosferico? D’accordo, ma è anche lei una rottura.
E poi è proprio questo il punto.
Dalle nostre parti, pioggia, grandine e qualsiasi altro particolare della vita quotidiana che per la parte fortunata del mondo vuol dire tirare fuori l’ombrello o le galosce, da noi sono talvolta una gran rottura, spesso una tragedia.
Ecco quindi che arriviamo alla parola magica di questa lettera, ovvero opportunità.
Ma ti sembra il caso?
No, dico, lo hai visto in che condizioni viviamo, qui?
Viviamo è una parola forte, lo so. Diciamo tiriamo a campare. Anzi, meglio, navighiamo a vista.
Letteralmente, in questi giorni.
Con questo non voglio dire che allora devi emigrare in altri paesi e distruggere quelli al posto del nostro, ma c’è un limite al sadismo, non credi?
Poveri e affamati non basta? Pure perseguitati dalla natura?
Non è sufficiente il resto dell’umanità a dimostrarsi infame il più delle volte?
Che cappero, la maestra dice sempre che la natura è perfetta.
Forse ci vorrebbe un po’ di imperfezione, allora.
Fammi sapere se puoi fare qualcosa.
Aspetto tue nuove.
Anzi no.
A mai più.
 



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